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Union: dietro ogni attacco una storia.

With: Union
ITW:
Martino Fumagalli
By:
Ilaria Chiavacci

Questa è la storia di come Delebio, un piccolo paesino attaccato al Lago di Como, è diventato uno degli epicentri mondiali della produzione di attrezzatura per lo snowboard. Qui infatti ha la sua sede Union Binding Company, brand produttore di attacchi che ha cambiato la concezione riguardo a quello che potrebbe passare “solo” come un componente tecnico senza identità.

Producendo esclusivamente attacchi dal 2005 Union si è stra-specializzata in questo tipo di produzione (oggi il volume dei dati di vendita sfiora i 200 mila pezzi all’anno) diventando chiaramente un’autorità in materia, ma non solo: grazie alla visione del fondatore Martino Fumagalli ha introdotto qualcosa di insolito per un componente come l’attacco, che fino a quel momento risultava marginale: la creatività.

“La porta dell’azienda è sempre stata aperta: chiunque poteva entrare e mettere sul tavolo un’idea.”

È così che sono nate collab storiche, come quelle con il rider americano Danny Kass, che sullo spoiler ha messo di tutto, dai portachiavi con charms fino all’attacco ricoperto in velluto, a grafiche che sono ormai leggenda. Ma non solo: negli anni c’è stata la collaborazione con il brand di birra Pabst Blue Ribbon (oggi su eBay uno di quegli attacchi può valere fino a 5000 dollari) e con KFC, un brand di accessori giapponese che ha richiesto la produzione degli spoiler in pelle di razza (altra cosa impensabile nel 2022), DDC, ASYMBOL, AIRBLASTER e molti altri.

“C’è un tizio in Canada che li colleziona, ne ha qualcosa come 40 e li cerca in tutto il mondo, se per combinazione non li trova in Cina o in Giappone si mette alle costole del nostro ufficio di Seattle! Sono state alcune di queste collaborazioni a farci fare il salto, in altri casi siamo noi che abbiamo aiutato altri marchi, essendo distribuiti in più di 40 paesi.” Quelli più forti chiaramente sono Stati Uniti e Canada, oggi seguiti a ruota dal Giappone ma soprattutto dalla Cina, dove si sta spingendo tantissimo sugli sport invernali, per quanto riguarda l’Europa invece Germania, Austria, Francia e Italia.

Martino Fumagalli, che di Union è uno dei fondatori, ha un’expertise di oltre 30 anni nel mondo dello snowboard, e prima di dar vita alla Binding Company aveva fondato Drake e, successivamente quando ha ceduto il marchio alla fine degli anni Novanta, ha lavorato per Northwave, dove ha conosciuto gli attuali soci americani. Da lì il passo successivo è stato l’acquisto del brand di tavole Capita e la creazione di Union. “Il primo attacco è stato il Force, e da lì siamo partiti lavorando soprattutto con gli Stati Uniti, cosa che ci ha dato una forte identità. La vera grossa differenza rispetto agli attacchi che giravano all’epoca era stato fare un prodotto totalmente bianco con un solo logo, una svolta minimal inedita al tempo.”

Union ha uno stabilimento a Delebio e uno, di proprietà, in Cina, ma il cuore pulsante dell’azienda è italiano: il reparto di ricerca e sviluppo si trova qui. Qui ci sono le stampanti 3D per la prototipazione e qui vengono fatti i test di resistenza per i nuovi prodotti, qui si sperimentano nuovi materiali e si innova: a Martino si deve ad esempio l’introduzione in alcuni particolari in “Forged Carbon”.

“È un materiale che abbiamo iniziato a utilizzare noi e Lamborghini. Per quanto mi riguarda è una storia bellissima: noi abbiamo i nostri uffici americani a Seattle e un giorno leggo sul Seattle Times un articolo su una sperimentazione che stavano facendo all’università di Seattle rispetto alla fibra di carbonio e c’era un italiano che se ne stava occupando, l’ho chiamato e il giorno dopo abbiamo iniziato a collaborare. Questo è un materiale bellissimo, forse è anche troppo per lo snowboard, visto che sta sulle macchine da 500.000 euro, ma utilizzarlo negli attacchi da snowboards è stata una sfida bellissima. Un altro prodotto di cui vado particolarmente fiero è il nuovo attacco ULTRA con l’intersuola molto simile a quella che viene usata nelle scarpe da running: anche la grafica un po’ ricorda alcuni modelli, come le Hoka. Ma la cosa di cui vado in assoluto più fiero è che tutti i nostri attacchi sono sempre stati fedeli al primo: c’è sempre stata un’evoluzione, mai una rivoluzione. La nostra forza è stata quella di unire il gusto al know-how tecnico, e portare questa combo su un mercato internazionale.”

Sia lo stabilimento di Delebio che quello in Cina sono stati costruiti con l’intento di essere carbon neutral grazie a un potente sistema di pannelli solari, in più, la fabbrica in Cina concentra in un unico building a quattro piani tutti i fornitori indipendenti. “È una cosa abbastanza unica perché non c’è logistica e non ci sono costi, né sprechi, legati al trasporto, c’è un controllo diretto della qualità.”

 E al livello di materie prime utilizzate?
“Per l’anno prossimo abbiamo lavorato tantissimo sul packaging per ridurlo il più possibile: abbiamo ridotto il volume del 30% di una scatola. Per i materiali morbidi di alcune componenti degli attacchi, poi, è più facile riuscire a utilizzare delle fibre riciclate, ma per la parte hard è difficile. Al momento stiamo sperimentando alcuni materiali “green” ma prima devono passare tutti i vari test per essere introdotti sul prodotto e nel mercato, ci siamo quasi. La cosa in assoluto più green dei nostri prodotti è sostanzialmente una: un nostro attacco può durare anche 10 anni.”