Mips. Avere la testa dura non basta.

Mips. Avere la testa dura non basta.

By Marta Manzoni
Brand Mips

MIPS è impegnata nello studio delle conseguenze degli impatti sul cervello e utilizza i dati raccolti dal team di ricerca e sviluppo, dall’Università di Stoccolma e dalle migliaia di test condotti nel suo laboratorio, per rivoluzionare il modo di concepire e progettare i caschi.

Già dall’aereo le contraddizioni della ‘Venezia del Nord’ sono evidenti. La città si sviluppa su un arcipelago di 14 isole e lo skyline è unico al mondo: grattacieli slanciati dal design minimalista si fondono con le villette sulle sponde del mar Baltico, ognuna accompagnata dalla sua imbarcazione. Il verde domina lo scenario, spezzato solo dal riflesso dell’acqua: un quadro impressionista disegnato intorno a Gamla Stan, il cuore storico. Qui trovi le stradine acciottolate più belle del mondo, tra edifici color ocra. Mårten Trotzigs gränd è la via più stretta e pittoresca della Svezia, perfetta per partire alla scoperta della Stoccolma underground. Presto spariscono gli stereotipi: il profondo Nord è accogliente, l’atmosfera calda. Le ragazzine sorridenti fanno il bagno al tramonto, riscaldate da un sole che non vuole lasciarle sole. Qui, ogni anno, viene consegnata la massima onorificenza mondiale a persone che si sono distinte per «I maggiori benefici apportati all’umanità»: il premio Nobel. Forse non è un caso che proprio in questa città, visionaria, brillante e geniale, che riconosce le migliori ricerche e invenzioni, sia nata un’idea avanguardistica che si è posta un obbiettivo audace: proteggere il cervello degli sportivi. MIPS è l’acronimo di Multi-directional Impact Protection System – Sistema di Protezione dagli Impatti Multi-direzionali. I due founder dell’azienda, Hans von Holst – neurochirurgo e professore emerito del Karolinska Insitutet di Stoccolma – e Peter Halldin – ricercatore al Swedish Royal Institute of Technology – nel 1996 hanno creato un simbolo, l’iconico bollino giallo applicato sui caschi degli sportivi e dei lavoratori, che negli anni è diventato sinonimo di sicurezza e affidabilità. Neuroscienza e ingegneria si sono unite per ridefinire il concetto di safety program offrendo un cambio di prospettiva: proteggere anche il sistema nervoso centrale oltre che le ossa che compongono il cranio. MIPS è impegnata nello studio delle conseguenze degli impatti sul cervello e utilizza i dati raccolti dal team di ricerca e sviluppo, dall’Università di Stoccolma e dalle migliaia di test condotti nel suo laboratorio, per rivoluzionare il modo di concepire e progettare i caschi. Il focus dell’attenzione è migliorare la prevenzione contro i traumi causati dal movimento rotatorio sia della testa sia della zona cervicale, riducendo la sofferenza cerebrale in caso di caduta.

Meglio fasciarsi bene la testa, prima di rompersela.
«Erano stati presi in considerazione esclusivamente gli impatti di tipo diretto e le loro conseguenze, come frattura e contusione. L’attenzione si era fermata alla superficie, alla traumatologia del cranio, ai danni evidenti causati sulle parti ossee, piuttosto che alle conseguenze derivanti dai violenti spostamenti del cervello all’interno e contro la scatola cranica», racconta a The Pill Hans von Holst, durante la nostra visita all’azienda. «In qualità di neurochirurgo ho seguito personalmente diversi casi di sciatori e biker giunti in ospedale per un controllo, apparentemente indenni dopo una caduta, ma con severi danni al cervello. L’unica via è la prevenzione. Il casco è la soluzione, purché la sua qualità, efficacia e tecnologia siano del massimo livello», continua il founder di MIPS. I tecnici dell’azienda hanno messo punto, nel corso dell’ultimo decennio, un laboratorio semplice e geniale, che abbiamo avuto l’opportunità di vedere da vicino durante il nostro tour. Qui si raccolgono una serie di dati simulando l’impatto di una caduta con forze di tipo rotazionale: in questo modo si quantificano la percentuale di assorbimento delle forze di un casco tradizionale e di uno identico dotato del sistema MIPS.
Molte tecnologie hanno richiesto anni di studi e di lavoro eppure sono ‘invisibili’: il GPS e l’hardware del computer, per esempio. Anche il sistema MIPS, una ‘gabbia gialla’, è ‘invisibile’ dall’esterno del casco: una calotta di materiale plastico leggero, rivestita con una fodera, viene ancorata all’interno del casco e si posiziona a contatto con il capo. Il casco ci protegge dalle cadute ma anche dal sole, dal freddo e dalla pioggia. Un ‘capo di abbigliamento per la testa’, fondamentale per la sicurezza, stuzzicante per il nostro outfit. Oggetto di design, strumento d’immagine, che abbina l’efficienza al comfort.
Avere la testa dura non basta. E se vi siete messi in testa che è importante proteggerla, meglio scegliere la soluzione migliore.