Patagonia presenta: “Rompere il paradigma”

Patagonia presenta: “Rompere il paradigma”

“Rompere il paradigma”, il panel organizzato da Patagonia per favorire il dibattito in merito all’impatto dell’industria tessile sull’ambiente

Il brand outdoor ha scelto la settimana della moda di Milano per parlare di metodi pionieristici per trasformare il settore, con l’obiettivo di avere un impatto più positivo sulle persone e sul pianeta.

Si è tenuto mercoledì 19 settembre, “Rompere il paradigma”, l’evento organizzato dall’azienda outdoor Patagonia in occasione della Milano Fashion Week. Lo store del brand in Corso Garibaldi ha ospitato, a partire dalle ore 19.00, una conferenza a cui hanno preso parte diverse aziende del settore, media, studenti e tutti gli interessati a pratiche ambientali più coscienziose.

Patagonia abbraccia da sempre una forma di business attenta alla tutela dell’ambiente, filosofia che ha ispirato anche la mission aziendale: “Realizzare il prodotto migliore, non provocare danni inutili, utilizzare il business per ispirare e implementare soluzioni per la crisi ambientale”.

Una tavola rotonda d’eccellenza ha coinvolto diversi ospiti: Luca Testoni, Editor in Chief di Pambianco, ha moderato la serata, raccontando come le aziende si stiano sempre più aprendo oggi a una forma di business meno distruttiva. 

È intervenuto Matteo Ward, giovane imprenditore fondatore del marchio WRAD, che ha raccontato la sua personale esperienza nella moda: dopo aver lavorato diversi anni per un brand internazionale nel settore fashion, ha deciso di cambiare totalmente la sua vita e ha costruito il suo personale business come risposta alle pratiche distruttive impiegate dalla maggior parte dei brand di “fast fashion”. Grazie ad un innovativo studio sulla materia, ora la sua azienda tinge i capi della sua linea di abbigliamento con la grafite. “Ho iniziato una ricerca personale e professionale per capire quale fosse il reale costo dell’industria della moda: un cambiamento paradigmatico è ora necessario e si conquista attraverso informazione e innovazione”, ha spiegato Matteo.

A seguire l’intervento di Marina Spadafora, Country Coordinator per Fashion Revolution, che si è concentrata sull’impatto sociale dell’industria della moda e sulla responsabilità che i marchi detengono non solo nei confronti del pianeta, ma anche verso coloro che lavorano a monte della filiera produttiva. Marina ha spiegato come i consumatori che si pongono della domande scomode come, ad esempio, “Come può una T-Shirt costare solo 5 euro?” e il praticare un consumo più consapevole siano gli unici modi per andare avanti: “deve diventare la norma e non l’eccezione e ciascuno deve ripensare il suo modo di vivere giornaliero” ha ribadito Marina.

Mark Little, Global Product Line Director Men’s Sportswear and Surf Apparel Patagonia, ha concluso la discussione sottolineando come la trasparenza richiesta dai consumatori, sempre più informati e consapevoli, imponga ai brand la necessità di essere coerenti e veritieri. 

Da qui nasce la necessità di sforzi di impegno sociale e reale, condivisi e credibili, come quello, tra gli altri, dimostrato da Patagonia con l’evento di Milano. “Siamo coloro che stanno vivendo la rivoluzione e questo è il motivo per cui andiamo a lavorare tutti i giorni” ha spiegato Mark. “Amiamo i luoghi incontaminati, vogliamo proteggere i nostri fiumi e le risorse naturali del nostro pianeta, e per farlo dobbiamo sempre tendere un occhio verso dove veniamo e l’altro verso dove vogliamo andare. Ci chiediamo come consumiamo e perché lo facciamo”.