Poly by Silvano Zeiter

Poly by Silvano Zeiter

Silvano Zeiter racconta a The Pill come è nato Poly, il suo progetto fotografico che porta lo spettatore a stretto contatto con il mondo dello snowboard.

Silvano, raccontaci qualcosa di Chroma, di cosa parla questo video?

«Parla di realtà relative, di sogni e delusioni. E parla di Severin e dello snowboard».

Che messaggio vuole dare Chroma? Quale tipo di snowboard vuole raccontare?

«Penso che l’intenzione di Alex fosse quella di lasciare allo spettatore la possibilità di interpretare il messaggio a proprio piacimento. Lo stile di riding è semplice, riconoscibile, ma lascia trasparire anche le personalità di Sevi e degli altri rider».

Mi raccontati di Alexander Tank? Che tipo è?

«Alex è un regista e uno storyteller molto talentuoso. Ha dei valori forti e una visione precisa che influenzano anche il suo lavoro in modo positivo. Dà sempre ai film la sua impronta molto personale che rende eccezionale il lavoro di un regista. È veramente un grande.».

Come nasce il progetto Poly?

«Sapevamo fin dall’inizio che volevamo creare qualcosa di più di un semplice progetto video. Ho avuto l’idea con i flip book dopo la prima stagione delle riprese di Chroma. Tutto è venuto in modo naturale e si è sposato perfettamente sia con il mio stile fotografico che con il riding di Sevi. Poly e Chroma sono dei progetti strettamente legati di cui siamo molto orgogliosi».

Le foto di Poly utilizzano una tecnica di painting di immagini mosse, ci racconti questa scelta?

«Penso sia stata una naturale evoluzione del mio stile fotografico. Ho iniziato a filmare in follow cam con Fredi K circa dieci anni fa. Con il passare delle stagioni i tempi di posa sono diventati più lunghi. Con Poly mi sono sentito come se stessimo alzando sempre di più l’asticella, arrivando ad un livello che ci ha permesso di rompere le convenzioni e le regole della fotografia snowboard. Questo mi ha aperto un altro mondo in termini di scattare foto, mi sono sentito più libero».

I rider del video sono persone con cui spesso lavori, mi racconti qualcosa in più del rapporto che hai con loro? 

«Sevi è diventato uno dei miei migliori amici ed è come un fratello per me, quindi sapevamo che avrebbe funzionato. Anche con gli altri rider ci siamo trovati tutti subito in sintonia, in modo molto naturale e non forzato. Per me, sono semplicemente delle persone e degli amici fantastici che casualmente sono bravi a snowboardare».

Ci sono altri progetti come questo nel cantiere?

«Al momento non ho niente di programmato, il che è davvero bello! Poly è stato un po’ come la mia tesi di laurea sullo snowboard, ma non si sa mai cosa riserva il futuro, sono aperto a tutto ciò che verrà».

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