Test: Black Crows Atris 184.2

Intro: La neve fresca chiama, Atris risponde con una combinazione ideale fra manovrabilità e galleggiamento.

Gli Atris hanno una loro caratteristica versatilità che ben li distingue da altri modelli della linea freeride di Black Crows, alcuni più orientati alla deep powder (come Anima e Nocta), altri alla manovrabilità (come il Corvus). Questo lo si evince dall’equilibrio che si riscontra fin dalle prime discese fra galleggiamento e reattività, sinonimo perfetto della sua ampia versatilità. È uno sci capace di fornire una buona risposta in caso di sciata aggressiva e ad alta velocità grazie al camber sotto i piedi, ma anche di garantire al contempo un notevole galleggiamento dovuto al rocker su punta e coda (unitamente ai 108mm sotto i piedi). Questa combinazione di peculiarità permette inoltre di affrontare senza paura i salti e gli atterraggi tipici del backcountry, che sono l’anima del “gioco” per alcuni dei freerider più avanzati. È uno sci divertente, in tutto e per tutto. Non appena abbiamo messo alla prova la sua reattività abbiamo notato un piacevole feedback: la sensazione di avere un ottimo controllo dell’attrezzo e una buona stabilità, senza timore di andare nella neve più profonda. Gli Atris sono degli sci che si potrebbero in fondo definire “all mountain”, dotati di un buon controllo in powder pur non avendo sotto al piede le dimensioni generose di altri sci, ma proprio per questo ideali anche per le situazioni in cui è più importante avere una risposta rapida ai cambi di direzione e ad un’interpretazione della discesa che può passare veloce dalla slashata in polvere a un 360° da un cliff.

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