Image Alt

Il mio personal best non è un numero

Un personal best non è un numero. È un’emozione.

Martedì 10 ottobre ASICS ha lanciato la sua nuova campagna: una comunicazione che va sicuramente in controtendenza rispetto a molti trend attuali nel mondo sportivo. Il concept è semplice e immediato e si inserisce perfettamente nel solco di tutto quello che il brand giapponese ha fatto negli ultimi anni e nei valori che porta avanti da sempre.

Un personal best non è un numero. È un’emozione.

Quando un atleta – amatore o professionista che sia – pensa al concetto di “personal best” spesso è portato a ragionare su tempi, punteggi e prestazione. E se invece il PB fosse tutt’altro? Se fosse quella sensazione che ti fa stare bene in quello che stai facendo proprio in quel momento? Che tu stia correndo sulle montagne, facendo yoga o sudando a fondo campo durante un estenuante tie break poco importa. È quell’istante che stai vivendo, quell’istante che ti fa sorridere. Non ha nulla a che vedere con la fatica o con il duro allenamento, ha a che vedere solo con lo stare bene con sé stessi. Anima sana in corpore sano.

E non è un caso che la campagna sia uscita il 10 ottobre, giornata mondiale della salute mentale: si tratta infatti di un’iniziativa in collaborazione con Progetto Itaca, associazione benefica che da sempre si occupa della cura della salute mentale, con la quale ASICS vuole portare alla luce le difficoltà che spesso si incontrano nel mondo dello sport. A qualsiasi livello.

Otto scatti. Otto persone diversissime una dall’altra. Otto emozioni. È così che ASICS dice la sua sull’argomento e punta a ridefinire completamente il concetto di “personal best”.