Image Alt

Giro del Monviso, due giorni ai piedi del Re

Photo Denis Piccolo
Testo Giulia Boccola
Hikers Giulia Boccola, Fabio Cerato, Federico Mura
Location Monviso – Italy – France
Brands Arc’Teryx, Salewa, Fjällräven, Ferrino, Smith, Masters, Alpina, Scarpa

E il Re Vesulo insieme alla sua sposa Besimauda, in seguito ad un furioso litigio, vennero tramutati in pietra per mano degli Dei infastiditi ed irritati da tale baccano, che per pietà nei confronti del Re, decisero di posizionarli al di sopra di tutti i monti, destinati così a guardarsi da lontano per l’eternità, rimpiangendo per sempre il loro litigio. E così il Re di Pietra o di Viso, potrà osservare dalle Alpi Cozie la sua Besimauda o Bisalta nelle belle Alpi Liguri. E con questo dolce e malinconico pensiero, iniziava il nostro trekking al giro del Viso.

Un grande classico dell’escursionismo, che ci porta indietro nel tempo, si proprio così, poiché fu intrapreso per la prima volta nel 1839 da James David Forbes, docente di filosofia naturale all’Università di Edimburgo, che insieme alla sua voglia di esplorazione, introdusse anche il concetto di trekking. Il giro del Viso è infatti suddiviso per tappe che possono essere affrontate in più giorni o in un’unica giornata per i più allenati. Insieme a due giovani piemontesi, Federico e Fabio, abbiamo optato per una due intense giornate. La nostra avventura è iniziata a Pian del Re, località molto nota poiché vi sorge il Po e da qui muniti di tutta l’attrezzatura necessaria e di una giusta quantità di noci e nocciole, siamo partiti alla volta della nostra destinazione, il rifugio Vallanta, posto proprio sotto la parete ovest del Monviso. Questa imponente montagna caratterizzata da una forma piramidale, insieme al suo intorno sono frammenti di un antico fondale oceanico compresso ed emerso in seguito alla collisione delle due placche continentali, quella euro asiatica e quella africana, che ha portato alla formazione delle Alpi. Una giusta dose di adrenalina insieme al fatto di non sapere cosa mi avrebbe atteso, hanno fatto crescere in me, quella sana voglia di esplorare, di vedere e conoscere posti nuovi, di spingermi oltre, colmando i miei occhi di meravigliosi scenari naturali e l’anima di una rinnovata e vigorosa energia.

Tutto ciò che ci circonda vive di energia, ma solo se si è in grado di percepirla, la si può incanalare nel modo migliore, si può diventare parte del tutto. Questo anello di più tappe, rappresenta un’esperienza unica nelle Alpi Occidentali, costituendo, con i suoi ambienti discontinui, uno dei trekking d’alta quota più spettacolari d’Europa. Un percorso che attraversa due paesi, Italia e Francia, due parchi nazionali, vallate morbide e ricche di vegetazione si alternano a paesaggi aspri e severi. Sotto il sole cocente di una splendida giornata di metà settembre, abbiamo dapprima raggiunto il Buco di Viso, il più antico traforo alpino, realizzato in meno di due anni tra il 1479 e il 1480 e voluto dal Marchese di Saluzzo, Ludovico II in accordo con il Re di Francia Luigi XI, Renato d’Angiò. Questo tunnel lungo all’incirca 75 metri, alto due e largo due metri e cinquanta, aveva lo scopo di agevolare il commercio del sale proveniente dalla Provenza o della “Bera” nel gergo dei contrabbandieri della Valle del Po, riducendo di tre settimane il tragitto fino a Torino, rispetto alla via del Monginevro. Oggi il transito del tunnel è lasciato al solo passaggio degli escursionisti che come noi incuriositi, si ritrovano in territorio francese o viceversa, italiano. Lasciato il Buco di Viso, abbiamo raggiunto il confine passando dal Colle delle Traversette, valico alpino alto quasi 3000 metri che unisce la Valle del Po con la Valle del Guil in Francia e da dove, secondo alcuni studiosi inglesi, il Cartaginese Annibale passò con il suo esercito e i suoi 37 elefanti.

Colori e profumi inebrianti ci hanno permesso di arricchirci di una profonda gioia e gratitudine nei confronti di una natura così rigogliosa e ricca di storia.

Non sono molti i metri di dislivello che ci separano dal confine, e una volta giunti al Colle, rimaniamo stupiti dalla bellezza del paesaggio che ci si presenta di fronte, un’ampia vallata sotto i nostri piedi e una ripida cresta rocciosa alla nostra destra che con lo sguardo ci accompagna fino alle cime innevate dell’Ailefroide occidentale e del Barre des Ecrins, rispettivamente situati a 3953 e a 4102 metri e alle nostre spalle, uno scorcio sul Monviso innevato. Dopo una breve sosta in cima e due chiacchiere con un escursionista francese, ricominciamo il nostro cammino attraversando la valle del Guil, incontrando diversi stambecchi lungo il sentiero. Quest’ultimi, hanno rischiato l’estinzione alla fine del ‘700, sopravvissero solamente nel Parco del Gran Paradiso e da lì vennero reintrodotti sulle Alpi. Oggi si contano oltre 35.000 esemplari e 165 nel Parco del Monviso. Erano già trascorse quattro ore e ne sarebbero mancate altre quattro per raggiungere la nostra meta. Nella mente ci eravamo tolti la voglia di arrivare, volevamo solo assaporare l’intorno. Dopo un’ora e mezza di discesa lungo questa verde vallata, abbiamo raggiunto il Refuge du Viso, situato a 2460 metri nel dipartimento delle Alte Alpi. Davanti a noi la parete nord ovest del Monviso in tutto il suo splendore, 3840 metri di pura roccia. Dopo aver riempito le nostre borracce, abbiamo ripreso il cammino lungo il sentiero, alla volta del Passo Vallanta. Dinanzi a noi una pietraia di circa 400 metri attendeva di essere salita e mentre procedevamo a zig zag, alle nostre spalle le ombre si facevano sempre più scure e più lunghe, il sole stava salutando la vallata scomparendo dietro ad imponenti pareti rocciose. E con i colori del tramonto e la stanchezza nelle gambe, non potevamo chiedere uno scenario migliore. Eravamo di nuovo in Italia, in Val Varaita e sotto di noi in lontananza potevamo scorgere il rifugio Vallanta. Dopo una ricca cena e una piacevole serata e dopo un saluto al cielo stellato, ci siamo ritirati nella nostra stanza pronti per affrontare la giornata seguente che ci avrebbe atteso con un’alba dalle tinte rosa tenue. Avevamo percorso circa 20 km e per concludere il giro del Viso ce ne mancavano ancora 22 km. Una piccola sessione di risveglio muscolare fuori dal rifugio ed eravamo pronti per partire nuovamente, destinazione rifugio Quintino Sella. Stavamo scendendo di dislivello lungo questa bellissima valle ricca di vegetazione e di torrenti, quando il sentiero iniziò a salire di nuovo attraverso un fitto e fresco bosco permettendoci di ripararci per un momento dal sole. Alla fine di esso, ci siamo ritrovati in un ambiente ancora una volta diverso, caratterizzato da una distesa infinita di pietre, molto probabilmente franate dalle pareti sovrastanti e dopo un leggero falso piano, il sentiero si era fatto sempre più ripido e scomodo, facendoci rallentare il passo.

Il cuore batteva veloce e il fiato era corto, ma non era ancora finita. Ad attenderci in cima al sentiero, un altro ripido ghiaione che ci avrebbe finalmente permesso di raggiungere la valle dei menhir. Dopo circa tre ore di salita sotto il sole, siamo stati ripagati con un paesaggio completamente differente da quello a cui ci eravamo abituati. Una serie di laghetti alpini ci avrebbero accompagnato insieme a delle incredibili e scenografiche composizioni di roccia, rendendo il momento ancora più surreale e magico. Eravamo in prossimità del Passo San Chiaffredo. Qui il sentiero si era fatto un sale e scendi molto morbido e correva a mezza costa, permettendoci di avere un’ampia visuale su tutta la valle sottostante. Ancora un paio di svolte ed eccoci al Passo Gallarino, dal quale grazie al cielo limpido e all’assenza di nuvole, abbiamo potuto osservare ad occhio nudo il Monte Cervino, il Gran Paradiso, la Grivola e infine il Lyskamm. La fame iniziava a sentirsi e il Quintino Sella lo potevamo scorgere in lontananza. Un sentiero costellato di pietre ha reso il trekking un po’ più tecnico e lento, ma finalmente eravamo giunti al rifugio insieme ad alcuni ragazzi che avevano appena concluso la via Normale, 1200 metri di parete. Il Quintino Sella è adagiato proprio ai piedi del Monviso e con lui il lago grande del Viso, spettacolare per le sue sfumature che dal blu intenso, passano per il verde, giungendo infine al rame. Nuovamente il paesaggio si faceva ancora una volta diverso, ampie valli verdeggianti si aprivano davanti a noi e i laghi alpini ne facevano da padroni. Uno in particolare ci aveva colpito per il suo colore turchese ceruleo, mutevole a seconda della luce e dell’ora. Sto parlando del lago Chiaretto, unico nel suo genere per via dell’intensa attività glaciale dell’area. Colori e profumi inebrianti ci hanno permesso di arricchirci di una profonda gioia e gratitudine nei confronti di una natura così rigogliosa e ricca di storia. Un trekking di 42 km, 2400 metri di dislivello e due giornate di pura e naturale sintonia con l’ambiente circostante. Adesso quando ti vedrò da casa mia, nelle limpide giornate, a 260 km di distanza, ti guarderò con occhi diversi mio caro Vesulo.

HIKING SELECTION

Arc’teryx  Aerios FL Mid GTX
Calzatura adatta per le lunghe escursioni su sentieri tecnici in qualsiasi condizione atmosferica. Agile e leggera, presenta una protezione impermeabile in Gore-Tex che offre al tempo stesso protezione e traspirabilità, consentendo all’umidità di fuoriuscire e aiutando a regolare la temperatura interna per un comfort ottimale. La suola in Vibram Megagrip e l’intersuola in Eva compressa con punta in TPU assicurano agilità, stabilità e sicurezza. Il design midcut fornisce massimo supporto alla caviglia senza aggiungere peso inutile, regalando così prestazioni eccellenti ed un feeling confortevole ad ogni passo.

Salewa Alpenviolet GTX
Questa scarpa disegnata specificamente per l’ergonomia femminile offre il massimo comfort specialmente nella zona critica dell’avampiede e del tallone grazie anche al drop più generoso. La suola Pomoca Alpen con mescola Pomoca Butilic ad alta tecnicità infatti asseconda il naturale movimento della rullata mentre la ghetta evita intrusioni di pietre e altri detriti. Confortevole anche dopo molte ore di escursione grazie alla costruzione leggera. La fodera in Gore-Tex Extended Comfort assicura protezione dall’acqua ed eccellente traspirazione di umidità e calore in eccesso, la soletta in Ortholite invece mantiene i piedi freschi e asciutti.

Scarpa ZG Trek GTX
Modello leggero e versatile adatto ad escursioni veloci su sentieri alpini anche con zaino a pieno carico. La tomaia è in pelle scamosciata idrorepellente con collarino in tessuto elastico, il sistema di allacciatura differenziata in due parti Speed Lacing permette di regolare la tensione e i volumi di calzata in un unico movimento e, al tempo stesso, di bloccare il laccio che divide le zone di tensione dell’allacciatura per un avvolgimento omogeneo e progressivo di piede e caviglia. Presenta una fodera in Gore-Tex Performance Comfort, una suola Salix Trek sviluppata in collaborazione con Vibram e un battistrada in gomma Vibram XS Trek, che rendono la scarpa durevole, confortevole e adattabile alle varie tipologie di terreno.

Alpina Kosmic
Design classico e lenti specchiate e infrangibili abbinate alla montatura in base al colore che offrono una completa protezione da raggi UVA, UVB e UVC. Questi occhiali sono adatti ad ogni attività sportiva dal ciclismo alla corsa, fino a speed hiking e ski, inoltre garantiscono una visione priva di distorsioni grazie alle lenti decentrate.

Arc’teryx  Zeta LT
Impermeabile e traspirante, questa giacca con tecnologia Gore C-Knit offre al tempo stesso una sensazione piacevole sulla pelle e ottime prestazioni per varie attività invernali.
Confortevole e comprimibile, è arricchita da un design durevole che garantisce protezione completa in qualsiasi condizione esterna.

Arc’teryx Creston AR
Questo pantalone da trekking assicura massima versatilità e protezione completa nei giorni più freddi. Il tessuto si presenta leggermente spazzolato all’interno per un maggiore comfort, assicurando al tempo stesso durevolezza e resistenza. Cintura elasticizzata a basso profilo, ampie tasche e ginocchia articolate per la massima libertà di movimento.

Ferrino Acadia Man
Perfetto per l’inverno in montagna, questo guscio in tessuto 3 strati si presenta leggero e resistente. Le tasche laterali con chiusura lampo con doppio cursore e la fodera in rete permettono una buona aerazione interna. Impermeabile, antivento e traspirante.

Ferrino Triolet
Zaino 4 stagioni con struttura estendibile 32+5 che lo rende versatile a seconda delle esigenze. Presenta dei nastri porta sci, piccozze, corda, pala e sonda e una cintura a vita amovibile, il tessuto reticolare con imbottiture sagomate è traspirante ed ergonom

Fjällräven Abisko Lite Trekking
Leggeri e freschi, questi pantaloncini sono realizzati in tessuto G-1000 Lite, quindi adatti per condizioni calde. Molte tasche e un attacco per la cintura più alto nella parte posteriore in modo da essere più comodi quando si porta uno zaino.

Fjällräven Keb
Giacca dalla ottima vestibilità, realizzata in G-1000 Eco, un tessuto resistente ed elasticizzato che dona ampia libertà di movimento. Presenta un cappuccio antipioggia regolabile e tasche sul petto con chiusura a cerniera che la rendono adatta ad un uso 4 stagioni su qualsiasi tipo di terreno.

Masters Dolomiti
Bastone in tre sezioni in AluTech 7075 che assicura leggerezza e resistenza, adatto per l’escursionista mediamente esperto. Il nuovo sistema di chiusura favorisce una comoda e veloce regolazione del bastone che chiuso misura solamente 66cm per un peso di 496gr.

Salewa Antelao Shell
Questa giacca garantisce un alto livello di protezione grazie al tessuto esterno Powertex Extreme a tre strati e cuciture saldate con trattamento DWR idrorepellente. Impermeabile e traspirante, la costruzione con soffietti permette inoltre di estendere completamente le braccia senza che si alzi il bordo inferiore della giacca.

Salewa MTN Trainer 22WS
Pensato specificamente per l’ergonomia femminile, questo zaino da 22L da hiking e via ferrata presenta uno schienale Dry Back – Contact Flow Fit per una schiena più fresca e asciutta ed un sistema TCS – Twin Compression System che consente di ridurre il volume inutilizzato stabilizzando il carico.

Salewa Puez Orval 2
Pantaloni antivento e idrorepellenti che offrono una efficace protezione in montagna. Sono realizzati in Durastretch, un materiale leggero e resistente alle abrasioni, con finiture con trattamento DWR. La vita ergonomica, il tassello al cavallo e le ginocchia preformate garantiscono libertà di movimento.

Smith Optics Lowdown 2
Occhiali dal look classico ma con un nuovo design sulla superficie e un frontale a base 4 più piatto. Presentano naselli in Megol antiscivolo e lenti ChromaPop per ottimizzare al meglio tutti i dettagli. Disponibili in numerosi colorazioni.

Share this Feature