Nepal Expedition: cicloviaggiando in Himalaya

Nepal Expedition: cicloviaggiando tra le meraviglie dell’Himalaya

Cicloviaggiando in Himalaya: la giungla

L’avventura inizia a Kathmandu con un’accoglienza calorosa, anticipando l’epopea di un viaggio straordinario. Dopo un paio di giorni di preparativi ci siamo diretti verso il Gongabu Bus Park, il punto di partenza del nostro viaggio verso Mahendranagar, dove ci attendevano Cyclovagabond e Lumaziga.

Abbiamo percorso 700 km in circa 23 ore di viaggio attraverso strade sterrate, parchi nazionali e paesaggi tanto incantevoli quanto desolati. Vivere la poesia pura di questo luogo supera di gran lunga le nostre immaginazioni e i nostri piani a lungo elaborati diventano finalmente realtà. La realtà immaginata, tuttavia, non si avvicina minimamente allo stupore che proviamo ogni giorno mentre attraversiamo i villaggi del Sud-ovest del Nepal, immersi tra parchi naturali immensi e la giungla.

Ora inizia veramente la nostra pedalata in questa terra speciale dove si respira una straordinaria sensazione di pace. Nei volti delle persone e nella bellezza dei paesaggi, avvertiamo la protezione di coloro che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino. Rituali, generose offerte di frutta, sorrisi calorosi e interesse genuino nei nostri confronti ci accompagnano, lo percepiamo chiaramente.

Le giornate si fanno intense, la pendenza della strada aumenta giorno dopo giorno, la sofferenza e la fatica diventano le nostre compagne di viaggio. Dopo 11 giorni in viaggio, proviamo sensazioni speciali, procedendo con grande energia lasciandoci alle spalle la pianura, dirigendoci verso l’Himalaya.

L’avvicinamento

Attraversare il Nepal da sud a nord attraverso valli sperdute è esattamente ciò che caratterizza i nostri viaggi. Ci sentiamo come bambini, tanto è lo stupore nel vedere realtà completamente diverse dalla nostra. Ammiriamo ogni azione ed ogni dinamica. Ogni mattina la sveglia è molto presto e le giornate si sviluppano tra pedalate su strade accidentate e salite impervie. Le salite sono così lunghe che ci abituiamo a sapere di doverle affrontare. D’altronde, l’altezza è la caratteristica principale di questo luogo, ed ogni monte scollinato si avvicina sempre di più.

Una salita in particolare che ci porta a scollinate verso Baglung, ci toglie il fiato: dopo 4 ore di pedalata, girando l’ultima curva, si staglia davanti a noi in tutta la sua maestosità la catena dell’Himalaya. Annapurna, Daulaghiri e Machhapuchare si ergono di fronte a noi in tutta la loro maestosità. Siamo senza fiato.

L’idea di pedalare tra quei monti è emozionante. Arrivati a Pokhara facciamo una sosta di 3 giorni per riorganizzare tutto il set up; viaggeremo più leggeri.

Successivamente ci dirigiamo verso l’Annapurna Circuit con l’obiettivo di raggiungere il Thorung la Pass a 5416m. È inspiegabile la sensazione di sapere che saremo tra le montagne più alte del mondo, spingendo la pedalata al cospetto dell’Himalaya con la nostra bici.

Annapurna Circuit

Vi è mai capitato di commuovervi di fronte alla natura? E di farlo dopo un enorme sforzo interiore? Con l’inizio dell’Annapurna Circuit, la nostra spedizione si trasforma in un viaggio di grandi emozioni, sensazioni, difficoltà e fatiche estreme.

Lasciando Pokhara, incontriamo nuovamente piccoli villaggi e lodge, luoghi dove trovare cibo e ristoro per la notte. La temperatura diminuisce piano piano, passando Besisahar, raggiungiamo Jagat e poi Bagarchapp. Le pedalate diventano sempre più faticose, la strada è tumultuosa.

La bicicletta è ormai la nostra quotidianità, muovendoci con il ciclico movimento delle due ruote, così ciclico quanto il tempo delle tradizioni spirituali del luogo. A metà del nostro viaggio, prima di iniziare il circuito, un grande amico ci scrisse dopo aver visto le avventure della prima parte del viaggio: “La Tikka sulla fronte rappresenta la religiosità induista. Ma quando arriverete nelle alte terre oltre i Chorten, toccherete il filo sottile della spiritualità tibetana”.

L’Himalaya è un luogo mistico, fatto di piccoli grandi esseri umani. Sherpa e portatori, piccoli per la loro struttura fisica minuta rispetto allo sforzo che fanno per portare cibo e materiali di prima necessità ai lodge e ai campi base. Quando sei allo stremo delle tue forze, li vedi passare di fianco a te con 40 o 50 kg di peso caricati con una sottile corda sulla loro testa. Vedendoli si prova un senso di ammirazione e motivazione fortissimo.

Dopo qualche giorno le terre alte si avvicinano ed un grande Chorten si presenta davanti a noi: siamo arrivati a Manang, a 3600m di quota. Passare attraverso un Chorten è una sorta di iniziazione e benedizione insieme, senti la spinta e la protezione del luogo che ti accoglie, è come passare un varco per un’altra dimensione. Ogni luogo ci avvolge con le bandierine di preghiera tibetane chiamate LUNG-TA, che sventolano tra monasteri arroccati su pendenti crinali e grandi cime rocciose rappresentando i 5 Elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spirito, il quinto elemento che li contiene e li avvolge tutti.

In questi monasteri risiedono i monaci tibetani, intenti nelle loro pratiche meditative. Risuonano mantra e musiche tradizionali suonate con Gong, Tamburi e strumenti sacri. Oltre a ciò, vige un silenzio assoluto che lascia spazio all’ascolto di nuovi rumori nell’aria, echi lontani di montagne maestose che nella loro possenza si muovono e vivono.

Partendo da Manang in bici, il paesaggio si dirada, gli alberi cominciano a venir meno. Iniziamo l’avvicinamento al Thorong La Pass. Con il progredire dell’ascesa, i km percorsi diminuiscono e l’aria si fa sempre più rarefatta. Il nostro corpo ha bisogno di tempo per acclimatarsi; ogni sforzo sopra i 4000m di quota ci sembra pesare 10 volte di più rispetto alle normali altitudini.

Arrivati a Khangsar, decidiamo di lasciare la bici per due giorni e procedere a piedi fino al Tilicho lake, a 5040m. Dormiremo in tenda al suo campo base a 4250m e poi scenderemo per riprendere il percorso, così da abituarci all’aria rarefatta prima di affrontare il grande passo.

La prima volta a 5000m è una grande soddisfazione interiore; gestire la quota senza sentire il mal di montagna è un enorme emozione, soprattutto dopo l’accumulo di fatica vissuta nei precedenti 20 giorni di pedalata.

Arrivati a Thorong Phedi, decidiamo di sostare seguendo i saggi consigli di Giuseppe e suddividere l’ascesa all’High camp al giorno dopo. Riposiamo e ci godiamo una giornata in una magica valle, filtriamo l’acqua e ci prepariamo ai due grandi giorni.

La mattina dopo, lasciamo Thorong Phedi per percorrere poco più di un km! Assurdo e bellissimo, spingere la bici a mano per 1,3 km a 4600m di quota per percorrere 380m di dislivello e arrivare all’High Camp del Thorong La, situato a 4980m. Spingere 35 kg di bici su questa pendenza è solo un assaggio di ciò che ci aspetta la notte del mattino dopo.

Settiamo la tenda, mettiamo insieme le ultime scorte di cibo rimaste, abbiamo finito tutto, abbiamo solo il necessario per ascendere e arrivare a Muktinath. La partenza per il Thorong La è fissata alle 3:30 del mattino del 24 Novembre 23’. Siamo scalpitanti, pronti, o forse no, non riusciamo a dormire, ci sono -17°, la tenda è coperta di ghiaccio così come le borse sulla bici. Uno stato di sopravvivenza si accende dentro di noi insieme a una grande energia e felicità per tutto ciò che è stato fino ad ora. Dopo mesi di preparazione è arrivato quel momento, è quel mattino.

Siamo concentrati, dopo aver smontato le tende, una breve colazione. Ci copriamo, chiudiamo tutto e siamo pronti a partire. Frontali e luci ci spianano la strada insieme a una delle stellate più belle della nostra vita. Il freddo è intenso, sentiamo a malapena le mani, i piedi si intorpidiscono. A metà ascesa facciamo un incontro di quelli che ti scaldano il cuore. AIDE, un portatore che gestisce per tre mesi di fila, senza scendere, la Tea house a metà tra l’High camp ed Il passo, ci accoglie nel suo lodge, offrendoci del tè caldo. E’ il tè più buono del mondo ed il suo sguardo ci fa sentire accolti. Non abbiamo soldi, e in cambio decidiamo di donargli una torcia da testa con delle pile, e un paio di occhiali da ghiacciaio. L’amore e la gentilezza che queste persone ti trasmettono con un sorriso è incalcolabile.

Ripartiamo dopo poco, il chiarore del sole si mostra molto lentamente, ma le prime vette si illuminano di arancione, il sole sta nascendo! Colpiti dalla luce siamo vicini, sempre di più. Avanziamo insieme, ed in cima al Thorong la Pass, il passo montano più alto del mondo, ci arriviamo alle prime luci dell’alba. Ci abbracciamo e ci lasciamo andare dopo l’enorme sforzo, abbiamo portato la nostra bici, la nostra compagna di viaggio, fino sul Thorong La Pass a 5416m di quota.

Dopo qualche lacrima, celebrazioni e fotografie, ci rimettiamo in marcia, il vento si sta alzando e dobbiamo scendere di quota per scaldarci. Arriviamo a Muktinath prima di mezzogiorno: ce l’abbiamo fatta.

Dove ti porterà il tuo movimento? Dove ti porteranno le tue energie? E soprattutto, smetterai mai di pedalare? La pedalata si è trasformata in una spinta, le difficoltà e i problemi in un’avventura.

Per concludere, citando Ezio Passaretta, Namastè o in tibetano Tashi Delek:

“La terra del Nepal non è fatta solo di paesaggi, scenari incantati, di sconfinati silenzi, di aria cristallina, di montagne come non se ne vedono altrove, ma ti dà qualcosa in più. Respiri la sua magia, il suo senso di sacro, e ti accorgi che gli alberi, le pietre, i fiumi, il cielo, la vita, hanno un significato pieno, globale, che non avevi mai percepito in maniera così reale. Incontri gente genuina, di un’umanità intensa, in un modo in cui noi non sappiamo più esserlo. Andare in Nepal, considerato esotericamente l’OMPHALOS, il centro della terra, è un ritorno alla madre. Ritrovare le proprie radici ed è per questo che si vuole ritornare fra le vette Himalayane, perché proiettiamo in una terra remota, il nostro desiderio di essere semplicemente felici.”
I ragazzi del TEAM ESPLORA inaugureranno, a Chamonix, la mostra “Esplorare il Mondo in Bicicletta” il 5 gennaio 2024.

Organizzata con passione l’esposizione avrà luogo presso la MèdiaTheque di Chamonix dal 23 dicembre 2023 al 2 marzo 2024.

Le immagini esposte trasporteranno gli spettatori attraverso terre lontane, offrendo uno sguardo su destinazioni iconiche come India, Italia, Nepal, Islanda e Kirghizistan.

L’evento sarà accessibile al pubblico dal mercoledì al venerdì, dalle 14:00 alle 18:00. Inoltre, i mercoledì ci saranno aperture speciali dalle 10:00 alle 13:00 e poi dalle 14:00 alle 18:00.

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