Image Alt

5 buone ragioni per guardare “Non voglio cambiare pianeta” di Lorenzo Jovanotti

By Marta Manzoni

Ho visto le sedici puntate di Non voglio cambiare Pianeta tutte d’un fiato: sono straordinarie. Lorenzo Jovanotti racconta in un docu-trip, disponibile su RaiPlay, del suo viaggio in bicicletta, in solitaria, tra Cile e Argentina attraverso 4.000 km.

Non voglio cambiare pianeta è un inno alla vita, una fonte d’ispirazione continua, piena di fantasia, paesaggi spettacolari, espressioni artistiche, incontri multiculturali ed esperienze spirituali. È un mix fusion di 5 elementi: viaggio, outdoor & sostenibilità, cultura, musica e felicità. Un progetto importante proprio perché raggiunge un pubblico mainstream, superando il target di appassionati.  

 

1. Il Viaggio

“Dopo ogni cosa importante che mi succede nella vita mi viene voglia di fare un viaggio perché ho bisogno di stare da solo e farmi risuonare dentro quello che mi è successo” racconta il musicista. Un viaggio che il cantante inizia a immaginare durante il Jova Beach Party dell’estate 2019: “Sono partito per prendere le distanze da tutti, riflettere e per prepararmi al futuro. Sono tornato che dovevo stare distante dagli altri per legge e impreparato a questo presente” continua. “Ho voluto condividere questa esperienza durante il lockdown perché c’è la fatica del giorno per giorno, ci sono le vette apparentemente irraggiungibili, le strade senza fine ma che si possono affrontare, una pedalata alla volta, per arrivare ovunque”. Il “filmino”, come lo chiama lui, prende il titolo da un verso dalla poesia Il pigro di Pablo Neruda, che introduce la prospettiva di Lorenzo Cherubini: “non voglio cambiare pianeta, perché ci sto bene. È spettacolare, mi piace, lui non va cambiato. Sta a noi cambiare, per poterlo vivere”. Tante le riflessioni sull’interpretazione del concetto di viaggio: “bisogna distinguere il turismo dal viaggio. Non mi interessano i viaggi organizzati, mi piace quando non so cosa troverò. Non mi informo mai tanto e pianifico solo lo stretto indispensabile”. 

 

2. Outdoor, sostenibilità e cicloturismo

Il cantautore è attento a sensibilizzare l’opinione pubblica per un minore impatto ambientale, anche attraverso il suo impegno personale, come accaduto con la partnership con il WWF. L’artista esprime il suo pensiero sulla sostenibilità, aldilà di ogni credo religioso. “Forse morire è proprio così: essere completamente fuso e parte degli elementi” ipotizza. Istintivo di natura, si definisce un animale perché con gli altri esseri viventi sente sempre di avere uno scambio. Di solito i momenti che ti ricordi dei viaggi sono quelli conquistati con fatica”, la bicicletta è la compagna perfetta per sudarsi ogni traguardo, soddisfare la voglia di scoprire e la ricerca della bellezza. In sella si coglie il potere positivo di questo mezzo: tanti sono i cicloturisti solitari incontrati dal cantautore, provenienti da ogni angolo del globo, alcuni pedalano da mesi, altri da anni.

3. Cultura

Non voglio cambiare pianeta è la celebrazione del sapere e dell’intelletto: Jovanotti ha una cultura pazzesca ed è un maestro nel trasmetterla. Tanti gli omaggi ad artisti e sportivi, del presente e del passato, tra questi: Pantani, Evita, Che Guevara, Primo Levi, Mariangela Gualtieri, Erri De Luca, Pablo Neruda, Jorge Carrera Andrade, Antonio Machado e Julio Cortázar, scrittore de Il gioco del mondo (Rayuela). E poi Tiziano Terzani: lui, che tra compagna, moglie e coniuge, preferiva la parola con-sorte, perché si riferisce alla persona con la quale condividiamo la nostra sorte. “La poesia è la mia grande amica di questi giorni di lockdown, per questo ogni micro episodio – ognuno dura circa 15 minuti – si chiude con una poesia”. 

 

4. Musica

Cultura significa anche musica: Jovanotti ha curato la colonna sonora di Non voglio cambiare pianeta al ritorno, chitarra alla mano, componendo testi inediti e arrangiando grandi classici, reinterpretati con un tocco di Sudamerica. “Una musica che commenta delle immagini ti libera dalla struttura precisa di una canzone, ti consente di fare errori e lascia spazio all’energia del momento. È molto divertente!”. Tra le tante testimonianze artistiche, Jovanotti ci accompagna nella visita della casa di Carlos Gardel, musicista argentino, famoso per il tango. “La musica e la bicicletta sono così simili: più ci sei dentro e più ti vedi da fuori, più ti concentri e più la testa prende direzioni inattese”. 

 

5. La felicità

“Non smetteremo mai di cercare la felicità attraverso la musica, e, soprattutto, attraverso l’amore. La felicità è una condizione di movimento, è la percezione che si può fiorire. È un’emozione breve, che dura un attimo. Non è una cosa statica: è quella sensazione in cui ti senti in divenire verso qualcosa di migliore, è una promessa che si realizza in un momento dentro di te, nella forma di una forte meraviglia”. Il docu-trip musical-avventuroso è un manifesto alla gioia di vivere. Eccezionali le digressioni rocambolesche e folcloristiche dell’artista, all’apice dell’immaginazione. Un ottimismo contagioso, energia folle e geniale, l’incarnazione pura del suo “Io penso positivo”. Non voglio cambiare Pianeta si conclude con una citazione di Luis Sepùlveda, tratta dal libro Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare: “Vola solo chi osa farlo”. 

“Non smetteremo mai di cercare la felicità attraverso la musica, e, soprattutto, attraverso l’amore. La felicità è una condizione di movimento, è la percezione che si può fiorire. È un’emozione breve, che dura un attimo…”

Share this Feature