North6 Project

North6 Project by Gietl e Schäli

North6 project: la reinterpretazione delle classiche nord delle Alpi by Simon Gietl e Roger Schäli

Un progetto ecologico, nato dalla voglia di mettersi alla prova con un approccio non-stop e “by fair means” nella salita delle sei classiche nord delle Alpi (Petit Dru, 3733m, Grand Jorasses, 4208m, Monte Cervino, 4478m, Eiger, 3967m, Pizzo Badile, 3308m, e Große Zinne – Cima grande di Lavaredo – 2999m), pedalando da una montagna all’altra. È North6, la reinterpretazione delle sei pareti settentrionali classiche delle Alpi, la straordinaria avventura che hanno intrapreso e concluso con successo lo scorso anno gli alpinisti Roger Schäli (SUI) e Simon Gietl (ITA).

Tra le montagne nascono rapporti veramente speciali, profondi e intensi. Tra compagni di cordata nasce una connessione profonda, un legame indissolubile” racconta Roger Schäli. Muovendo passi sospesi nel vuoto si formano profonde amicizie, come quella che lega Schäli a Simon Gietl, rispettivamente atleti Salewa e La Sportiva: dalle Alpi al resto del mondo, hanno affrontato innumerevoli spedizioni fianco a fianco, tra grandi emozioni e sconfitte.

Per completare il loro ambizioso progetto, a seconda del percorso e delle condizioni in montagna, i due alpinisti professionisti si sono spostati a piedi, arrampicando, in bici, in parapendio o con gli sci.

I numeri dell’incredibile ‘viaggio’ parlano da soli: 30.770 metri di dislivello positivo, 29.470 metri di dislivello negativo, mille chilometri in bicicletta, il tutto in quattordici giorni.

Gli ingredienti segreti per riuscire a mettere a segno questo sogno sono stati forza di volontà, molta esperienza, fiducia in sé stessi e nel proprio compagno di cordata. Roger Schäli, ricorda North6 come una delle esperienze più belle e indimenticabili della sua vita: “Condividere una sfida di questa portata con un amico vero è un’emozione davvero rara e preziosa. Questo progetto è stato una carica di energia positiva, dall’inizio alla fine!” Per Simon Gietl, North6 ha rappresentato “una nuova dimensione del vivere la montagna, ricca di avventure e ricordi. Una grande opportunità e un onore riuscire a realizzare questo sogno insieme a Roger”.

Ogni viaggio ha le sue origini, i suoi perché… La cima grande di Lavaredo

Il piano originale che prevedeva la partenza dalla Francia viene rivisto a causa delle condizioni meteorologiche instabili. Così, il progetto North6 inizia in ordine inverso, partendo dalla Große Zinne – Cima Grande di Lavaredo (2999m) nella prima metà di settembre del 2021.

Un luogo speciale, come un flashback per Roger e Simon, che nel 2012 avevano già compiuto la traversata invernale delle Tre Cime. Una volta raggiunta tramite la via Comici la vetta della Cima Grande, la più piccola delle sei classiche, i due amici intraprendono due intense tappe in sella alle loro bici da corsa: dopo 334km e un dislivello di 3720m giungono ai piedi della loro seconda sfida: il Pizzo Badile.

Tutti gli incontri sono esperienze, legami eterni: il Pizzo Badile

Il sole non ha ancora illuminato i due alpinisti quando lasciano la Capanna Sasc Furä. Tramite il percorso Cassin, e sotto la guida di Roger, in tre ore sono in vetta. Poi è il momento della discesa, attraverso la cresta Nord: il meteo è favorevole e così l’ultimo tratto può essere fatto in parapendio.

Non ci posso credere! Anche la seconda parete è filata liscia come l’olio, regalandoci anche l’emozione di un volo col parapendio. È stato semplicemente fantastico!” è il commento entusiasta di Simon. Dopo un breve momento di risposo, sono entrambi di nuovo in sella, direzione passo dello Spluga.

Vivere emozioni vere: l’Eiger

La Svizzera accoglie Simon e Roger con delle condizioni perfette, così continuano verso Kleine Scheidegg (2061m). Il piano prevede di salire il primo tiro sull’Eiger in serata e di allestire un bivacco per iniziare la via “Chant Du Cygne” (7A) al mattino presto. Quindi, verso le 5 del mattino, i due iniziano ad arrampicare alla luce delle frontali e, poche ore dopo, verso le 14.00, salgono sulla cresta ovest per raggiungere la vetta dell’Eiger. La discesa dalla montagna avviene passando per il fianco occidentale. All’altezza del “fungo”, i piloti preparano i loro parapendii, e percorrono l’ultima parte in volo: il grande professionista del parapendio Lucien Caviezel, infatti, aveva dato il suo via libera, dopo aver controllato ancora una volta il meteo. Segue una lunga tappa ciclistica attraverso il Passo del Grimsel (2164m), fino a Zermatt.

Stanchi ma felici: sua maestà il Cervino

183 chilometri e 3080 metri di dislivello separano Grindelwald da Zermatt, una lunga pedalata che porta i due compagni all’ombra della loro quarta prova. Per l’indomani sono previste piogge e nevicate, pertanto, decidono di prendersi un giorno di pausa e salire fino alla capanna Hörnli (3260m). Il giorno seguente attaccano la parete nord del Cervino alle sei di mattina. Roger Schäli e Simon Gietl si alternano nel tirare la via Schmid, coperta da molta neve fresca. Nonostante le condizioni avverse, i due amici raggiungono la vetta del Cervino alle 18.00. Il rientro avviene attraverso la cresta Hörnligrat, e anche questo percorso è reso più arduo dal brutto tempo ma, finalmente, alle due di notte, arrivano al campo base Campingplatz Täsch, provati ma gioiosi. Dopo una breve notte, Chamonix chiama e così anche i 140 chilometri e 4460 metri di dislivello che li separano dal nuovo paese: in Francia li attendono le ultime due pareti Nord: Grand Jorasses e Petit Dru.

La pazienza è la virtù dei forti: il Petit Dru

Arriva l’ora della quinta parete nord consecutiva. La regione alpina ai piedi del Monte Bianco accoglie Roger e Simon con pioggia intensa e neve, ma una finestra di bel tempo è all’orizzonte. La cordata si prepara meticolosamente, entrambi sanno che sulla parete nord tutto deve funzionare alla perfezione. All’alba Simon e Roger escono dalla tenda e scelgono il Colouir Nord per la salita. 17 ore dopo sono in vetta. Dopo una veloce pausa, riscendono lungo la parete sud, fino a fermarsi al Refuge de la Charpoua (2841m) all’1.30 del mattino, esausti ma soddisfatti. Resta solo l’ultima parete nord, che attende Simon Gietl e Roger Schäli a 4208 metri di quota: Grand Jorasses.

Last but not least: le Grandes Jorasses

L’ultima tappa inizia con una piacevole sorpresa: il cielo è terso e le correnti d’aria ascensionali sono favorevoli. Non resta che spiegare le ali del parapendio, volando dal Refuge de la Charpoua (2841m) alla Mer de Glace.

Da lassù è impossibile non restare incantati dalla parete nord delle Grandes Jorasses, che si staglia verso il cielo mostrandosi in tutta la sua imponente grandiosità. Dopo l’atterraggio, i due esperti piloti e alpinisti salgono rapidamente al Refuge de Leschaux (2431m), dove terminano gli ultimi preparativi per il gran finale. Alle prime luci dell’alba, Roger e Simon si trovavano al Bergschrund. I primi metri della via “Sindone diretta”, che comportano circa 1100 metri di dislivello, sono particolarmente ingaggianti. Ma la progressione è comunque rapida e l’emozione di raggiungere la vetta (intorno alle 15.00) è immensa

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