Scialpinismo in Alto Adige

Scialpinismo in Alto Adige: alla ricerca della neve perfetta

Immersa nel cuore delle Alpi centro-orientali, la regione dell’Alto Adige attira da sempre gli amanti della neve con le sue cime maestose, paesaggi incontaminati e una miriade di opportunità per gli sport invernali. Questa gemma incastonata fra Trentino e Tirolo offre una miscela unica di fascino alpino, relax e avventure adrenaliniche unite ad una realtà culturale ed enogastronomica sempre di alto livello, per chi cerca un’esperienza invernale indimenticabile da ogni punto di vista.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Che l’Alto Adige sia la patria dello sci alpino lo si sa bene, potendo vantare alcuni dei più rinomati comprensori delle Alpi, eppure uno dei modi migliori per godersi questa regione e le sue valli incantate è con un paio di pelli di foca sotto agli sci: si tratta infatti di una delle più belle e varie aree di scialpinismo di tutto l’arco alpino e dolomitico, ricca di itinerari di grande soddisfazione per ogni difficoltà e soprattutto dove la neve non manca mai, nemmeno durante gli inverni più avari di precipitazioni. Grazie ad una topografia estremamente diversificata è possibile, nell’arco di pochi giorni, passare dallo sciare canali impegnativi fra le guglie dolomitiche della zona sud-orientale della regione, a godersi ampie curve sui dolci pendii di pascoli che ricoprono le valli centrali fino a raggiungere, solitamente a fine stagione, i panorami glaciali delle severe vette del gruppo dell’Ortles o del Similaun. Non manca un’attenzione speciale ai principianti: grazie al progetto supportato dalla regione sciistica Tre Cime Dolomiti per promuovere un approccio sicuro alla pratica dello skialp, coloro che desiderano avvicinarsi a questa disciplina potranno muovere i loro primi passi con le pelli di foca lungo il sentiero didattico “ABC dello Scialpinismo”. Il tracciato è stato inaugurato a Sesto, in Alta Pusteria, a inizio inverno 2023 ed è il primo di questo genere nella regione: si tratta di un percorso attrezzato con pannelli informativi contenenti suggerimenti che vanno dalla corretta tecnica di progressione al comportamento in caso di valanghe, ha una lunghezza di circa sei chilometri e 540 metri di dislivello e conduce tra alberi e prati fino alla Croda Rossa consentendo di praticare la tecnica delle inversioni in totale sicurezza.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Nel caldo fine dicembre ho deciso di dirigermi verso il confine con l’Austria per trascorrere qualche giorno nei dintorni di Vipiteno, in una delle poche zone dove so di poter trovare quasi sempre buone condizioni per qualche curva in neve fresca. Da Bolzano al passo del Brennero, la Val d’Isarco costituisce una storica via d’accesso e di comunicazione fra Italia e paesi mitteleuropei, segnata sin dal medioevo da un traffico incessante di merci e persone. Oggi l’autostrada e la linea ferroviaria che la percorrono garantiscono un facilissimo accesso alla regione e mi portano dritta verso il centro di Vipiteno. La storia di questa città è legata indissolubilmente al suo glorioso passato mercantile e minerario: passeggio per il centro fra eleganti residenze padronali, piazze medievali, negozi raffinati e d’artigianato locale e decine di bar, ristoranti e locande storiche che rispecchiano a tutt’oggi l’intraprendenza di vipitenesi e la ricchezza culturale ed enogastronomica di uno dei borghi più belli d’Italia. Mi lascio distrarre dalle mille luci dei mercatini di Natale e dopo essermi scaldata con un buon vin brûlé torno presto in albergo per prepararmi alla giornata di sci che mi aspetta il giorno dopo. Una serie di amene convalli disposte a raggiera si diramano a est dalla città salendo verso le Alpi Breonie, si tratta della Val Racines, Val Ridanna e val di Fleres. La loro disposizione per lo più da est a ovest garantisce la presenza di una serie di itinerari quasi perennemente in ombra lungo i versanti nord delle catene che dividono una valle dall’altra: qui si accumulano le code delle precipitazioni che arrivano dall’Austria e la neve si conserva intatta e polverosa anche per lunghi periodi, ecco il principale motivo che mi ha convinta a trascorrere proprio qui qualche giornata di scialpinismo.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Monte Piano, 2372m, Val di Fleres

Orientamento: nord

Difficoltà sciistica: moderata

Dislivello: 1122m

Cominciamo con un tour in Val di Fleres, la più selvaggia delle tre, lultima prima della cresta di confine con lAustria e una delle valli più incontaminate di tutto l’Alto Adige. Da Vipiteno arriviamo in una decina di minuti all’imbocco della valle e subito il paesaggio si trasforma da quello di un pigro dicembre quasi autunnale a una cartolina di pieno inverno, con la neve che si accumula ai bordi delle strade e le cime dei pini e dei larici ancora coperte di bianco. La strada si snoda verso il cuore delle alpi dello Stubai per una lunghezza di 16 chilometri incrociando piccoli insediamenti storici e alcuni dei masi più antichi della regione, fino a raggiungere quota 1245m. Noi ci fermiamo poco prima del termine della strada principale all’altezza del paese di Sant’Antonio, al primo parcheggio che si incontra imboccando una laterale direzione Masi di Stein. Il paesaggio sopra alle nostre teste è caratterizzato dall’imponente versante sud del massiccio del Tribulaun di Fleres, che con i suoi 3097 metri di altezza sovrasta la valle facendo sognare gli amanti dello sci estremo. L’obiettivo della nostra giornata, il Monte Piano, si trova sul versante opposto, il che ci permetterà di godere della magnifica vista della cresta di confine durante tutta la gita. Cominciamo a salire subito con gli sci ai piedi su una forestale perfettamente innevata, evento raro in questi inverni sempre più caldi e avari di precipitazioni nevose. Guadagniamo quota velocemente attraverso un magnifico boschetto che si fa sempre più rado fino a raggiungere alcune tradizionali baite da fieno al margine del bosco.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

La vista si apre svelando un ampio anfiteatro di pareti bianche, saliamo sul costone a nord procedendo fino alla vetta che raggiungiamo a piedi lungo una stretta cresta. La gita nel complesso è relativamente semplice e questa cima ha il pregio di offrire uno dei migliori panorami della val di Fleres, oltre al massiccio del Tribulaun, sempre ben visibile alle nostre spalle, dalla vetta si può scorgere, più a nord, l’imponente profilo della Cima del Tempo insieme al selvaggio vallone che conduce alla sua sommità, altro itinerario da non perdere e con partenza dalla stessa forestale, sebbene più lungo e più impegnativo.
Per la discesa scegliamo di seguire la stessa via della salita, anche se i pendii che conducono alla cima sono ampi e variegati e, volendo perdersi un pò ad esplorare i dintorni, si potrebbero cercare innumerevoli opzioni alternative e di diversi livelli di difficoltà. Nonostante l’ultima nevicata risalga ormai a più di una settimana prima, troviamo ancora qualche angolo non tracciato e riparato dal vento dove disegnare le nostre linee su neve ancora morbida e intonsa. Proseguiamo con qualche divertente curva fra gli alberi e, imboccata nuovamente la forestale, raggiungiamo Malga Allriss per una tappa obbligatoria. La malga ospita un incantevole e antico ristoro tradizionale, una delle mete più amate della valle per ciaspolatori, scialpinisti e camminatori. La cucina offre piatti tipici della tradizione Sud Tirolese come canederli, zuppa di gulasch e i golosissimi kaiserschmarrn, storico dessert di origine austriaca simile alle crêpe. Dalla malga proseguiamo poi lungo la forestale ber un breve tratto fino a tornare al parcheggio, con la pancia piena e quel tipico sorriso di fine giornata di chi, sci ai piedi, ha trovato quello che cercava.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige
Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Monte Fumaiolo, 2389m, Val Racines

Orientamento: nord

Difficoltà sciistica: moderata

Dislivello: 869m

Dopo una sessione pomeridiana di sauna e bagno turco per rilassare i muscoli e riprendere le forze siamo pronti a ripartire alla volta della valle poco più a sud, la Val Racines. Se la Val di Fleres si fa riconoscere per il suo carattere selvaggio e austero, stretta e sovrastata dall’imponente cresta di confine, la val Racines presenta una morfologia più accogliente, con un fondovalle leggermente più largo e, a incorniciarla a nord e sud, una serie di cime meno severe e più facilmente raggiungibili. Racines condivide l’imbocco con la Val Ridanna, altro paradiso invernale dove la neve non manca mai, famosa soprattutto per la vasta rete di piste da fondo che accompagnano lo sciatore per ben 25 chilometri attraverso tutta la valle. Superiamo il comprensorio sciistico che sorge all’imbocco, Ladurns, famoso per i divertenti fuori pista nei boschi adiacenti alle piste, e ci inoltriamo verso ovest fino a raggiungere la località Vallettina, ultimo agglomerato di case prima della fine della strada. Poco prima del centro abitato, una forestale perfettamente innevata si diparte verso sinistra proprio di fronte a una comoda piazzola di parcheggio: pelli, check ARTVA e cominciamo subito a salire verso Monte Fumaiolo.

L’escursione è una classicissima della valle: facile e panoramica, presenta ampi pendii innevati sui quali è sempre possibile trovare un angolo libero dove tracciare le proprie curve. Dopo aver abbandonato la forestale per attraversare un incantato bosco rado di abeti carichi di neve, giungiamo in vista della malga Innere Wumbsalm, punto di riferimento panoramico molto comodo per decidere quale itinerario affrontare per la cima a seconda delle condizioni della neve. Risaliamo un ampio costone fino alla vetta e ci godiamo la favolosa vista che si apre sul versante opposto a quello da cui siamo saliti, verso sud, lungo la val Passiria. I pendii su quel lato sono carichi di neve ammorbidita dal sole, così decidiamo di tornare su questa stessa cima il giorno dopo, partendo da San Leonardo in Passiria, per poterla sciare su entrambi i versanti.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Monte Fumaiolo, 2389m, Val Passiria

Orientamento: sud

Difficoltà sciistica: facile

Dislivello: 819m

Il collegamento più rapido tra Vipiteno e la Val Passiria è l’iconico passo Giovo, un’arteria centenaria estremamente panoramica che serpeggia in ampie curve dall’imbocco della Val Racines fino a San Leonardo, capoluogo della valle. Il centro abitato rappresenta uno dei più tipici esempi di borgo alpino, immerso in un’atmosfera tranquilla e tradizionale, con le case storiche di origine medievale, i tetti spioventi ricoperti di neve e le stradine acciottolate che contribuiscono a creare un’ambientazione incantevole. Abbiamo deciso di risalire la stessa cima partendo da qui, da sud, perché il vento degli scorsi giorni ha compromesso parecchio la qualità della neve sugli altri versanti, mentre da questo lato il sole, nonostante sia solo dicembre, sembra scaldare a sufficienza da trasformare il rigelo notturno. Gli ampi e morbidi pendii a picco sulla val Passiria (durante l’estate occupati da prati e pascoli) garantiscono una gita semplice ma di grande soddisfazione, potendo godere durante tutta la salita e la discesa di un panorama spettacolare su pendenze sempre moderate. Lasciamo l’auto nei pressi del maso Raffeinhof in località Stulles, a pochi minuti da San Leonardo, e da qui cominciamo a risalire, con gli sci in spalla durante il primo tratto, la forestale che ci porterà in quota. Senza troppa fatica raggiungiamo presto il campo aperto oltre la linea del bosco: dietro di noi il panorama sulla valle fin quasi a Merano toglie davvero il fiato.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Ci godiamo il tepore del sole salendo con calma fino alla stessa croce di vetta del giorno prima, e quando la neve sembra essersi ammorbidita al punto giusto ci lanciamo giù dall’invitante pendio quasi sospeso sopra al paese, gustandoci fino alla fine le ultime curve di questa meravigliosa parentesi Alto Atesina.

Elisa Bessega - Scialpinismo in Alto Adige

Sfoglia la gallery delle foto scattate da Elisa Bessega:

Potrebbe interessarti anche: Homeland: un comprensorio skialp only