Green Media Lab presenta la prima Fabbrica dell’Aria

Green Media Lab presenta la prima Fabbrica dell’Aria

La società specializzata in consulenza, strategie di comunicazione e creazione contenuti promuove la rivoluzionaria installazione come esempio di soluzione concreta per contrastare l’inquinamento atmosferico negli ambienti indoor. Con l’occasione, l’azienda svela anche l’innovativa sede smart green.

Green Media Lab Srl SB, media relation & digital company specializzata in attività di comunicazione e consulenza strategica in ambito sostenibilità e CSR, outdoor, lifestyle e healthy food, presenta ufficialmente la sua installazione della Fabbrica dell’Aria, il rivoluzionario sistema ideato da Stefano Mancuso e PNAT srl per depurare l’aria degli spazi indoor attraverso le piante.

Recenti studi hanno infatti dimostrato come l’inquinamento atmosferico negli spazi chiusi superi in modo importante quello degli spazi aperti. Una problematica di forte attualità per la quale si è giunti a una possibile soluzione grazie all’intuizione di Stefano Mancuso, botanico di fama mondiale e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, che ha progettato insieme a PNAT – società multidisciplinare di ricercatori, biologi, designer, ingegneri e architetti – la Fabbrica dell’Aria, un’installazione che aumenta in maniera esponenziale la capacità naturale delle piante di rimuovere gli inquinanti negli spazi abitativi, commerciali e di lavoro. La realizzazione della Fabbrica dell’Aria nella sede di Green Media Lab è stata possibile grazie al contributo di Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che crede fortemente nella mission e nella vision di Green Media Lab, tanto da esserne diventato socio nel 2020.

La Fabbrica dell’Aria di Green Media Lab Srl SB è il primo prototipo installato a Milano che combina le potenzialità della tecnologia alle capacità di filtrazione delle piante: grazie alla depurazione botanica, l’installazione permette infatti di assorbire e degradare gli inquinanti atmosferici tipicamente presenti negli edifici e nelle città moderne fino al 98%.

La struttura, che occupa una superficie di circa 25 metri quadri, è stata costruita in modo da permettere all’aria di entrare all’interno di una parete vetrata, passare attraverso un’intercapedine sotto al piano di calpestio, fluire nelle vasche dove vengono messe a dimora le piante, per poi tornare, depurata, nell’ambiente. Quando le sostanze inquinanti attraversano il substrato di coltura, vengono trattenute e quindi degradate dalle radici delle piante. Gli inquinanti rimanenti vengono assorbiti dalle foglie e convertiti in nutrienti.