Il Petzl Legend Tour Italia in Sardegna

Il Petzl Legend Tour Italia in Sardegna

La storia dell’arrampicata sportiva raccontata in quattro puntate nella cornice dalla meravigliosa Sardegna

Il Petzl Legend Tour Italia non poteva trovare scenario migliore per raccontare in quattro episodi la storia dell’arrampicata sportiva. A partire dal 4 settembre, ogni lunedì dalle ore 18, sul canale YouTube Petzl sarà online un episodio con sfondi, profumi, venti e colori differenti.

Episodio 1 – Cala Gonone

Quando si arriva a Cala Gonone non si può far altro che notare  un mare caleidoscopico e le pareti verticali che si ergono in un abbraccio affascinante con l’acqua. Salendo sul Supramonte viene rivelato uno scorcio di mare azzurro e una bellezza selvaggia che fa innamorare qualsiasi climber. Le rocce di questa terra catturarono, infatti, l’attenzione dei primi scalatori che approdarono in Sardegna negli anni ’80,  come Heinz Mariacher, Bruno Pederiva e Manolo. A Cala Gonone si fonde un affascinante incontro tra gli scalatori provenienti da altre terre e i pionieri dell’alpinismo sardo, tra cui Giuseppe Garippa, esperto arrampicatore delle pareti tra Oliena e Orosei, l’energico e non convenzionale Enzo Lecis e Gianluca Piras, uno dei primi arrampicatori sportivi sardi. Un ponte tra generazioni e culture dell’arrampicata.
La maestosa Guglia di Goloritzè, è l’iconica esperienza per gli scalatori che vanno a Cala Gonone. Calcare grigioe vie multi-pitch che incarnano l’eleganza del movimento verticale. Queste sfide verticali sono amate da scalatori di ogni angolo del mondo, diventando un simbolo irrinunciabile per gli amanti dell’arrampicata su roccia.

Episodio 2 – Masua

Masua e Domusnovas sono luoghi dove l’arrampicata sportiva ha radici profonde nell’isola. Il calcare millenario di Masua, uno dei più antichi in Europa, offre un panorama mozzafiato sulle scogliere, con l’iconica presenza del Pan di Zucchero che dipinge l’orizzonte. Spiagge incontaminate, tramonti romantici e spazi aperti senza fine rendono l’Iglesiente una terra selvaggia e irresistibile per gli amanti dell’avventura. Per i pionieri dell’arrampicata, le rocce sarde erano come castelli di pietra nascosti in foreste inespugnabili. Nel sud della Sardegna, la verticalità del territorio si estende ampiamente, eppure Bruno Poddesu e Mondo Liggi non si sono fatti scoraggiare. Mondo Liggi, immortalato nel suo atto di piantare il primo ancoraggio sulla sua iconica Fiat Cinquecento presso la grotta di San Giovanni, ha scritto una pagina storica. Tra i nomi che hanno scolpito la storia dell’arrampicata isolana, spicca Cecilia Marchi, una donna appassionata e talentuosa che ha sfidato un ambiente verticale ancora dominato dagli uomini. E non possiamo dimenticare Maurizio Oviglia, cuore sardo per amore di Cecilia e di questa terra. Maurizio ha scoperto gran parte delle falesie che ora riveleremo. “Oggi”, racconta Oviglia, “dedico gran parte del mio tempo a cercare linee invisibili, scrutare la roccia e riuscire a intravedere disegni, vie che mi permettano di esprimermi”.

Episodio 3- Jerzu

Jerzu si rivela con un carattere unico: paesaggi quasi lunari, ornati da una flora selvaggia e lussureggiante, dove maestose pareti sembrano emergere come cattedrali nel deserto. E cosa dire delle pareti ineguagliabili di Isili? Forse il vero paradiso degli strapiombi. Maurizio e Cecilia raccontano le loro esperienze in questi luoghi magici.
“In una delle nostre esplorazioni”, racconta Maurizio, “ci siamo ritrovati ai piedi delle rocce, dove abbiamo fissato le prime vie con la passione di chi ha trovato il luogo dei propri sogni.” Jerzu, oggetto di anni di lavori solitari di chiodatura da parte di Oviglia, è divenuto una meraviglia, una delle aree di scalata più ambite al mondo. La roccia è un capolavoro, ognuna delle sue vie racchiude un’anima e offre un’arrampicata elegante, come la magnifica parete grigia dell’Isola del Tesoro. Jerzu ha preservato il suo spirito selvaggio attraverso gli anni, offrendo un’esperienza solitaria e senza tempo che speriamo rimanga inalterata. Altrettanto isolata è Isili, una valle nascosta tra prati, pascoli e imponenti dolmen punteggiati da fori a volte perfetti, altre volte appena disegnati. Il primo settore ad essere scoperto e attrezzato da Maurizio Oviglia e Cecilia Marchi è stato battezzato da Mattia Vacca con il nome “La Pietra Filosofale“. Isili ha infettato numerosi scalatori e chiodatori cagliaritani, tra cui Simone Sarti, uno dei più talentuosi arrampicatori dell’isola. Antonio Marino e Carlo Abis, isilesi di nascita, hanno dato valore al settore del Corvo Solitario, aggiungendo ulteriore suggestione a Isili.

Episodio 4- Gorropu

L’aspetto autentico e incontaminato del Supramonte è un richiamo irresistibile. La Gola di Gorropu e la cima della Punta Cucuttos sono veri sogni realizzati per gli appassionati di arrampicata. Federica Mingolla ha vissuto uno di questi sogni, conquistando la cima attraverso una delle multi-pitch più ambite e impegnative al mondo: l’Hotel Supramonte. Nel lontano 1998, Rolando Larcher e Roberto Vigiani aprirono questa via straordinaria rigorosamente dal basso. È stato proprio Rolando Larcher a guidare Federica in questa avventura. Sarà lei stessa a narrare le emozioni che ha provato durante quella giornata, culminata con la sua scalata libera avvenuta il 16 maggio 2023, dopo undici ore di arrampicata. Con i suoi 11 tiri, l’Hotel Supramonte è stata la prima via ad attraversare questa maestosa parete vergine. Una parete che si erge imponente a strapiombo sul canyon di Gorropu, con difficoltà che raggiungono l’8b e tratti spesso privi di protezioni, soprattutto nella parte superiore che Federica ha affrontato a vista. Dopo il settimo tiro, una nicchia funge da bivacco, ispirando il nome della via: un “hotel sotto le stelle” per i climber che scelgono di passare la notte sulla parete prima di raggiungere la vetta. Per Federica, i versi della canzone omonima di Fabrizio De André, ispirati da Maurizio Oviglia per suggerire il nome a Rolando, sono stati il motore dei suoi sogni durante il periodo di recupero a seguito di un brutto incidente in parete. Nel 2012, la via è stata ripetutamente attrezzata da Larcher e Oviglia, rispettando la rigorosa etica di apertura dal basso e mantenendo l’originale posizionamento degli ancoraggi utilizzati durante la prima apertura.

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