Test Nike Ultrafly Trail

Test Nike Ultrafly Trail 

By Filippo Caon

Photo Denis Piccolo

Athlete Francesco Puppi

Ricordo ancora le prime foto di quelle scarpe misteriose ai piedi di Tyler Green durante Western States 2022. La prima volta che le ho viste dal vivo, invece, è stato sulla salita di Vallorcine durante UTMB, mentre risalendo il percorso al contrario ho incontrato Tyler che sbacchettava sulle prime rocce della dura rampa che porta a Tete Aux Vents. Nei mesi successivi hanno iniziato a girare sempre più foto, fino a che l’attesa è iniziata a diventare snervante. Finalmente, dopo un paio di aggiustamenti, Ultra Fly è finalmente stata lanciata il 25 luglio, e noi siamo andati a provarla.
Faremo così: descrizione oggettiva della scarpa e un po’ gear geek, e poi una carrellata di commenti e impressioni di tester e amici presenti quel giorno, altrettanto gear geek. Iniziamo.

Specifiche

Brand: Nike
Modello: Ultrafly Trail
Lancio: 25 luglio 2023
Utilizzo: Trail running
Peso: 278gr uomo – 245gr donna
Prezzo 249,99

Drop: 8,5mm
Tecnologie: Piastra in carbonio
Tomaia: Vaporweave
Intersuola: ZoomX
Suola: Mescola Vibram Megagrip

La scarpa

Ultrafly è l’unione tra una super shoes stradale (così sono chiamate le scarpe dedicate alle gare e dotate di piastra in carbonio) e una scarpa da trail leggera e destinata alla competizione su terreni in cui è possibile sfruttarne le proprietà.

È stata sviluppata dagli sviluppatori Nike con l’aiuto, soprattutto, di Tyler Green, un ultrarunner di Portland, Oreogn, abituato a correre soprattutto sui veloci sentieri del Pacific Northwest, che per chi non è avvezzo alla geografia americana, significa: boschi di conifere, umidità, tanta pioggia, e sentieri larghi e morbidi. Se dobbiamo cercare una collocazione per le Ultra Fly, quindi, ce le immaginiamo ai piedi del Mount Rainier, sul Wonderland o sul Timberland Trail, che, come dicevamo, sono fatti di: boschi, umidità, pioggia e così via.

Piastra e suola: let it grip?

Le due principali innovazioni di Ultrafly sono la presenza di una piastra completa in carbonio, mai usata prima da Nike su una scarpa da trail, e l’introduzione di una suola in mescola Vibram Megagrip, che migliora il punto storicamente più debole delle scarpe dell’azienda di Eugene, la tenuta. Si tratta di una suola intera, con una tassellatura relativamente bassa e omogenea, che non la rende una scarpa estremamente tecnica, ma abbastanza grippante da essere sicura e decisa fuori strada, laddove le precedenti mescole di Nike tendevano a soffrire.

Intersuola

A questi due materiali, Nike ha accoppiato un’intersuola in schiuma ZoomX, già usata in tanti modelli da strada e in Zegama, nelle scarpe da trail. Lo ZoomX dà una sensazione divertente e allegra alla corsa, estremamente elastica e per certi aspetti simile, per quanto riguarda l’effetto molleggiante, a quella di una Nike Invincible, ma in versione più stabile e reattiva.
Per proteggere lo ZoomX dai detriti, Nike ha avvolto la schiuma con un tessuto esterno che ne limita l’usura: in effetti funziona, anche se, nota dolente, una volta macchiato non si lava più.

Upper

La tomaia è fatta con un materiale ripstop chiamato Vaporweave, resistente e leggero, e che è accoppiato a una fodera interna sottile e confortevole (e anche un po’ calda). La calzata è ampia sull’avampiede e molto comoda, al contrario del tipico fit da trail di Nike che tende ad essere più asciutto. Nel complesso, il tessuto esterno, non essendo elasticizzato, dà una sensazione di protezione al piede pur non essendo strutturato con protezioni e applicazioni, restando così leggero ed essenziale.

Sensazione alla corsa

Il feeling generale è di una corsa estremamente molleggiata e reattiva, unita alla sensazione della piastra che, se piace il genere, è un effetto divertente. Non si tratta di una scarpa estremamente sensibile, per via della costruzione generale data dall’unione di piastra e di una schiuma comunque molto soffice. Nel complesso risulta più divertente su strade bianche, forestali, single track in falsopiano, collinari e percorsi alternati da lunghi tratti su asfalto. Insomma, è una scarpa da corsa, disegnata per correre – il ‘power-hiking’ non è il suo.

Per quanto riguarda considerazioni più personali e approfondite, arrivate dopo alcuni giorni di utilizzo, vi lasciamo ai commenti degli altri tester.

Cushioning 0
Reattività 0
Stabilità 0
Flessibilità 0
Trazione 0

Davide Grazielli, Destination Unknown

«La prima domanda è stata ‘sarò all’altezza di godere del plus della piastra di carbonio?’ Non sono mai stato un runner esplosivo e col tempo anche la mia velocità a ritmi sostenuti è pian piano calata – e la cosa mi preoccupava. Infilata la scarpa ai piedi la prima impressione è stata di grande comodità, sia di calzata e anche dell’upper, che è confortevole e lascia ampio spazio al piede. La seconda cosa che salta all’occhio è che finalmente la suola è all’altezza dei percorsi europei: diciamo che la mano di Vibram si sente, e non poco. La Ultra Fly resta comunque una scarpa facile, tanto che dopo qualche minuto mi ricorda una scarpa con inserto in cui la piastra si sente meno: che non è un male, ma allora il plus dov’è? Lo scopro quando mi lascio coinvolgere in un trenino della morte con Tommy, Filo, Diego e Manuel sul segmento dello Speedcrossing che Francesco ha diabolicamente tracciato. Cuore in gola e a rincorrere la gioventù davanti a me. Tralasciando la piacevole sensazione di sangue in gola che oramai non provavo da tempo, e i ricordi che scatena, ora sento la scarpa che risponde: sul terreno scorrevole il ritorno di energia si sente e nelle curve secche la scarpa risponde veloce ma mai nervosa. Finalmente nel suo ambiente e messa sotto sforzo la Ultrafly rivela il suo lato B, quello meno glamour e decisamente più cattivo. Finito il segmento mi siedo, respiro, maledico la gioventù e mi rendo conto che è una scarpa decisamente riuscita: e no, non è riservata agli elite, è una scarpa godibile da tutti, comunque. E nel momento in cui chiedete qualcosa di più… vi verrà dato. COACH D

Paolo Comparin, Sterrato

Prime impressioni dopo i primi 50 chilometri corsi con le nuove Nike Ultrafly Trail sono decisamente positive. Approviamo la suola Vibram a pieni voti su ogni tipo di terreno; ci ha stupito per il controllo che ha su tutte le superfici, anche le più ‘scassate’ e umide. L’intersuola ZoomX ci è piaciuta molto per il tipo di risposta che ha saputo trasmetterci, morbida e confortevole. Ma è l’accoppiata con la piastra in fibra di carbonio il punto forte. Piastra mai invadente a ritmi lenti, ma che sa dare la giusta spinta quando si decide di aumentare il passo. La tomaia è forse il tassello mancante su cui ancora si potrebbe lavorare per arrivare a dire di essere di fronte alla scarpa perfetta. Sebbene il piede resti avvolto in modo comodo e protetto, ci siamo trovati troppe volte a stringere un po’ di più i lacci per evitare che il piede scappasse dentro alla scarpa. I lacci sono totalmente da rivedere, meno elastici e più rugged. Detto questo, resta una scarpa assolutamente da provare e con cui correre davvero un sacco di chilometri.

Luca Podetti, Runaway

La prima cosa che ho fatto, ancora prima di guardarla, è stata calzarla al piede. Fin dal primo passo fatto in negozio l’ho trovata sicuramente molto comoda e con tanto spazio, non esagerato, nell’avampiede. Si sente fin da subito un’ammortizzazione diversa rispetto, per esempio, a quella di altre scarpe: non è un’ammonizzazione solo morbida, è allo stesso tempo anche reattiva – elastica forse è la parola che userei. Una caratteristica che ho subito notato e che non mi è piaciuta è l’allacciatura: a partire dal laccio, un po’ cheap per una scarpa da 250€, e anche il sistema stesso di allacciatura è molto semplice e poco tecnico; a memoria ricorda un po’ le vecchie Nike Free. Correndoci e spingendo nei tratti sterrati facili, in piano o in leggera salita ho sentito subito lavorare la scarpa, sia con la schiuma ZoomX che con la piastra in carbonio. Sui tratti più tecnici, in cui sassi e rocce si muovono, Ultra Fly risulta invece abbastanza instabile: non è una scarpa che consiglierei a un principiante che vuole usarla per fare trail, mentre è certamente più adatta su percorsi corribili, gravel e strade bianche. Il rivestimento in tessuto dell’intersuola è molto bello a vedersi, un po’ vintage, ma rende poi la scarpa difficile da pulire e, una volta sporcata, non tornerà mai bianca.

Alessandro Locatelli, Buckled

Ci sono tanti debutti in questa scarpa, ma per me è soprattutto il gradito ritorno dello ZoomX. Pegasus Turbo è una scarpa che ho amato e questa Ultrafly la ricorda tantissimo, ma lo fa ovviamente in chiave trail e in versione sotto steroidi, per via della piastra. Forse non è costruita per tutti i terreni ma quando trovi il suo, è una delizia. Io sarei un amante delle scarpe basse e secche e devo sentire il terreno, ma su una strada bianca in discesa, dove ad esempio tendo a tirare indietro a causa di uno scarso controllo (magari dove ci sono sassi un po’ più grandi), queste mi hanno dato stabilità, sicurezza e velocità. Inoltre non mi hanno dato nessun fastidio fisico, laddove tendo a patire di pubalgia se la scarpa è poco supportata sul mesopiede. Quindi promossa anche per supporto e stabilità.

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