Test: Rossignol Blackops Alpineer 86

Affidabile e gestibile, il Blackops Alpineer fa il suo “sporco” dovere, meravigliosamente.

Dopo il grande successo della sua serie 7 nel freeride, Rossignol ha deciso di dedicarsi al segmento touring tre stagioni fa con il Blackops Seek che è poi diventato Blackops Alpineer, completamente ridisegnato ma che mantiene le caratteristiche che ha reso gli sci Rossignol molto apprezzati nel mondo del freeride. Rossignol Blackops Alpineer pesa come il suo predecessore (1250g), ma ci sono diverse caratteristiche che lo rendono uno sci molto diverso. Lo sci è composto da un’anima leggera in Paulownia con l’aggiunta dell’ABS Air Tip Technology che permette una buona manovrabilità senza compromettere le prestazioni. La costruzione ultraleggera con la tecnologia di smorzamento delle vibrazioni permette una discesa agile e progressiva. In salita sono stati un piacere, ma in discesa funzionano quanto i suoi predecessori? Nel test si sono dimostrati sci molto facili da gestire, e nelle curve lente e dolci sono stati piacevoli e decisamente facili da domare. Se da un lato rendono le curve ad ampio raggio molto facili, sui cambi di direzioni ad alta velocità lasciano un po’ a desiderare. Il Rossignol Blackops Alpineer è uno sci morbido e gestibile, anche su nevi difficili. In neve fresca funzionano bene, anche se hanno una larghezza contenuta sotto al piede e sul ripido sono molto stabili ed hanno un’ottima tenuta degli spigoli. Essendo molto leggeri possono essere alzati e ruotati con agilità: quando si riatterra dopo una curva saltata non c’è bisogno di riequilibrarsi. Sono presenti, senza essere paralizzanti. Solidi e vivaci senza metterti mai in difficoltà, sono degli ottimi sci da touring, apprezzabili sia da chi ha bisogno di affidarsi a un modello facilmente gestibile, sia da chi vuole metterci la sua e ingaggiarsi sui terreni più complessi.