Test: Under Armour HOVR Machina 3

Una scarpa tech e rebounding per i corridori più strutturati

Per corridori strutturati che cercano una scarpa solida senza perdere comunque reattività, e di cui sfruttare le proprietà di rebound dell’intersuola, sviluppato con una doppia densità di HOVR: il primo con rete di compressione energy web, più morbida sotto il tallone e in secondo senza rete di compressione, più rigida sull’avampiede, che incoraggia la rullata e la transizione tacco-punta. La tomaia usa un mesh ingegnerizzato in seamless, strutturato sulla parte bassa sull’intersezione con l’intersuola, e rinforzato con una importante conchiglia in TPU sul tallone e con un collarino con un disegno a baffo che la rendono comoda e stabile. La suola ha un disegno molto profondo e quasi tassellato, che dona alla scarpa grande grip multidirezionale su tutti i terreni, anche su sterrato e su strada bianca. Innovazione interessante di questa scarpa è la modalità di dialogo con l’applicazione Under Armour MapMyRun (mapmyrun.com), con cui è possibile monitorare dal telefono o da desktop le variabili di ritmo, frequenza e chilometraggio dell’allenamento. In generale la consigliamo a corridori abbastanza pesanti per allenamenti quotidiani e di fondo lento, che cercano un intersuola che non faccia sprofondare il piede nella schiuma, mantenendo una buona capacità protettiva e una risposta elastica in fase di compressione dell’intersuola.

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