The Ogre’s Son

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The Ogre’s Son: Un’epica avventura nel Karakorum

La straordinaria spedizione intrapresa da Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach, François Cazzanelli e Symon Welfringer diventa protagonista di una coinvolgente webserie in due imperdibili episodi.

Sul canale YouTube di Karpos, gli appassionati avranno la possibilità di seguire la narrativa della spedizione condotta dal Ragno di Lecco, Matteo Della Bordella, affiancato da Silvan Schüpbach, François Cazzanelli e Symon Welfringer.

La spedizione li ha condotti prima lungo l’inviolato spigolo est dell’Ogre e successivamente sulla maestosa cima del Baintha Kabata, una montagna di 6250 metri di altezza, dove la sua roccia sembra offrire una linea logica, quella su cui vivere un’avventura attesa per oltre un mese. Un tempo infinito, fatto di pazienti e snervanti attese in una stagione segnata da continue piogge e nevicate, senza soluzione di continuità.

The Ogre’s Son

Quattro alpinisti sfidano il pilastro est dell’Ogre, una delle imprese più ambiziose del Karakorum. Nonostante venti tentativi precedenti, nessuna spedizione è mai riuscita a conquistare questa magnetica linea. Nel corso dell’estate 2023, l’audace sfida è stata abbracciata da Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach, François Cazzanelli e Symon Welfringer.

Coloro che li hanno preceduti hanno raggiunto un’altitudine massima di 6800 metri, affrontando difficoltà tecniche estreme. Tuttavia, i quattro hanno concepito una nuova via, una traccia diretta e logica, che, oltrepassando il pilastro, conduce alla cima est dell’Ogre, ancora inesplorata e posizionata a 7150 metri.

Tuttavia, nulla va come previsto. La stagione si rivela insolita, dominata da incessanti piogge e nevicate. Con pochi giorni di bel tempo, sfidare l’Orco del Karakorum sembra impossibile. Un tentativo fallito li costringe al campo base sotto una copiosa nevicata, protrattasi per giorni e settimane. Rinchiusi nelle loro tende, con il morale a terra e i bagagli quasi pronti per il ritorno, Silvan Schüpbach coglie un barlume di speranza.

Accanto all’Ogre, si erge il Baintha Kabata (figlio dell’Orco in Urdu), alta 6250 metri. Colin Haley e Maxime Turgeon la salirono nel 2008, definendola “The Alien Face”. Con coraggio, Della Bordella, Schüpbach e Welfringer affrontano la montagna in tre, sfruttando una breve finestra meteorologica. In due giorni, aprono una nuova via con difficoltà massima 7b, riportando in Italia non solo il sorriso, ma anche una via tecnica e verticale.

Due giornate straordinarie che ci hanno permesso di rientrare in Italia con il sorriso sulle labbra e una via tecnica e verticale” tira le somme Della Bordella. “Di sicuro vorrei tornare a mettere mano sulla roccia dell’Ogre, ma non sarà certamente la mia prossima spedizione”. Giornate e settimane di inattività in uno degli ambienti più severi che si conoscano. Lunghe, e a volte snervanti, attese. Chi tornerebbe? Ma ancora una volta la montagna ha imposto il suo più grande insegnamento: saper attendere“.

In conclusione, lunghe attese e sfide in uno degli ambienti più severi del pianeta hanno insegnato agli alpinisti l’arte di saper attendere, dimostrando ancora una volta che la montagna detta le sue regole e offre lezioni preziose a chi è disposto ad ascoltarle.

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