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LaMunt: un nuovo sguardo femminile sulla montagna

By Marta Manzoni

With La Munt

Nasce un nuovo brand che si focalizza sulle reali esigenze femminili, offrendo un punto di vista inedito sulla montagna: Ruth Oberrauch apre un altro capitolo del Gruppo Oberalp fondando LaMunt, creato dalle donne per le donne. Una decisione che guarda al futuro: in un periodo così difficile per il mondo intero, investire sulle donne, con un team tutto al femminile, è una bella sfida. Abbiamo incontrato Ruth Oberrauch, fondatrice e anima creativa di LaMunt.

Com’è nata l’idea di questo nuovo brand?

Più di un anno fa ci siamo confrontati internamente sul posizionamento dei marchi del Gruppo Oberalp e abbiamo convenuto che nessuno dei nostri cinque brand si rivolgeva prevalentemente ad un target femminile. Poi durante un weekend di scialpinismo ho iniziato a riflettere sul fatto che sarebbe stato stupendo lavorare al progetto di un nuovo brand incentrato sulla donna che soddisfi esigenze ben precise. Da allora non ho mai smesso di pensarci. Da uno studio che abbiamo commissionato è emerso che esiste una “nuova” donna in montagna, lontana degli stereotipi tradizionali, che vuole esprimere sé stessa, il suo modo di vivere la montagna e la sua femminilità. Ora, finalmente, dopo workshop con donne appassionate, ricerche di mercato e impegno, questo progetto è diventato realtà. 

 

In un periodo così complicato hai deciso di investire in un nuovo progetto, puntando sulle donne. Perché questa scelta?

Non ti nascondo che in alcuni momenti, soprattutto la scorsa primavera, ho pensato che avrei dovuto lasciare perdere, che non fosse il periodo giusto per iniziare una nuova attività. Poi, grazie anche alle tante persone che ci hanno creduto, ho ritrovato la fiducia e ho ripreso a investire energie. Mi sembra che il lockdown abbia sottolineato l’importanza di vivere all’aria aperta e godere della natura. Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che sia proprio questo il momento per una proposta nuova pensata per chi ama vivere la montagna in maniera più consapevole, per chi la pratica da tempo e per chi invece sta iniziando a scoprirla. Il desiderio di potersi muovere liberamente è diventato ancora più profondo. Così ha prevalso il desiderio di andare avanti. 

 

Cosa significa LaMunt? A chi ti sei ispirata per la scelta del nome? 

Avevo le idee chiare su cosa desideravo in termini di suono: un nome femminile ma non kitsch, fine ma anche caratterizzante. Ho ragionato sulle diverse lingue che conosco, inglese, italiano, tedesco ma non trovavo niente che funzionasse davvero. Poi mi è venuta l’idea di tentare anche con il ladino, una lingua romanza viva ancora oggi in Badia, nelle Dolomiti, e mi sono confrontata con mia nonna, una donna che stimo molto e che parla ancora questa lingua. È stata lei a suggerirmi LaMunt, che in ladino significa “la montagna”, un sostantivo che in questa lingua è femminile, come in italiano, mentre è maschile in molte altre lingue. Il termine LaMunt è chiaro e melodico, ruvido e forte al tempo stesso, la parte iniziale è più dolce, quella finale decisa: mi è piaciuta subito la combinazione dei due effetti. Anche per il logo il percorso è stato lungo. Quando l’agenzia creativa mi ha presentato le due proposte per il logo e l’immagine visiva coordinata ho scelto la prima proposta per il logo e l’altra per il mood. Abbiamo poi lavorato ancora molto per arrivare ad una brand identity definitiva. Ciò che però mi ha ispirata fin da subito è stato il gioco artistico di illustrazioni, un mix tra foto e grafica: esprimeva l’attenzione ai dettagli che voglio trasmettere. Come brand nuovo avevamo bisogno di una personalità unica, che stimolasse curiosità. 

Pensi che dovremmo ripartire dalle donne per ricostruire il mondo che verrà dopo questo shock mondiale? Dall’estero vengono segnali incoraggianti, penso all’elezione di Kamala Harris come vice presidente degli USA, prima donna nella storia a ricoprire questa carica. 

Sto notando ogni giorno quanta forza e energia ci può essere in un team di donne che condivide la stessa passione. Forse adesso sono più sensibile all’argomento, però davvero mi sorprende spesso la voglia di lasciare una traccia, anche se magari è solo una goccia nell’oceano. È molto bello farne parte. 

 

Qual è il vostro posizionamento? A quali donne vi rivolgete?

Ci rivolgiamo a una donna autentica e sicura di sé stessa e di ciò che conta per lei, attenta allo stile e alla qualità, che cerca capi tecnici e funzionali ma anche fini e ricercati: che apprezza la cura per il dettaglio e l’estetica.  

 

By women for women e Me-time, cosa si intende con questi concept? 

Me-time è un concetto fondamentale per LaMunt: ognuno vive il suo me-time in modo diverso, un tempo consapevole, nel quale staccare dagli impegni e dalla routine e ricaricare le energie. Vogliamo anche ispirare nuove donne, che non vivono ancora la montagna in modo attivo, a scoprire un luogo per il loro me-time. Questi momenti possono essere condivisi o solitari. By women for women esprime quello che facciamo ogni giorno: sviluppiamo una collezione pensata da donne per donne. Il core team di LaMunt è composto da donne, molto diverse tra loro: ognuna porta la sua esperienza e passione nei diversi ambiti: design, sviluppo del prodotto, comunicazione. Ognuna vive la montagna con un’intensità diversa, ma ciò che ci unisce è la passione comune. C’è molto confronto, crediamo sia fondamentale ascoltare tutte le donne, per questo includiamo anche potenziali utilizzatrici. Poi, all’interno del Gruppo Oberalp, possiamo contare sul supporto di uomini che credono in questo progetto e stanno dando un contributo importante. 

«Questo è il luogo dove ritrovo me stessa. La bellezza incontaminata delle montagne, il contatto diretto con la natura, unito al beneficio fisico, è la migliore meditazione per affrontare la quotidianità e liberare la mente». Ruth Oberrauch

LaMunt mira a sviluppare “Smart Fit Solutions”, cosa significa? 

L’obiettivo di LaMunt è sintetizzare al meglio funzionalità ed estetica creando prodotti con una vestibilità che valorizzi il corpo femminile e segua le sue diverse forme, con un tocco personale. Capi che permettano alla donna di sentirsi a proprio agio durante l’attività sportiva e che siano pensati per coloro che vogliono esprimere la propria personalità anche attraverso l’abbigliamento da montagna. In termini di vestibilità parliamo di “Smart Fit Solutions”, ovvero possibilità di personalizzazione, come zip laterali sui fianchi, un elastico in vita per adattare il fit della giacca, maniche che si possono girare per aggiustare la lunghezza. Ci sono capi versatili, come un gilet indossabile da entrambe le parti e giacche interpretabili con differenti stili. Tutte attenzioni che rendono il prodotto veramente tuo. 

 

Quando sarà presentata la prima collezione e dove sarà disponibile? Quali saranno i colori e le peculiarità? 

Abbiamo lavorato con linee morbide e curve, materiali leggeri, che ricordano il movimento delle ali. Il design sarà minimal e pulito e l’attenzione si concentrerà su dettagli nascosti: un’illustrazione all’interno del capo, l’utilizzo di un materiale prezioso, una frase d’ispirazione o una tasca segreta. Una collezione che va scoperta passo dopo passo. Per LaMunt è fondamentale la cura del dettaglio: spero che in futuro il brand sarà riconosciuto proprio per questo. Infatti, parliamo di “magic moment”: la piccola sorpresa che si scopre in un secondo momento. Per i colori abbiamo scelto tonalità polverose vicino ai colori della natura, non troppo accese, più tinta unita, e l’utilizzo di nuance a gradazione di colori piuttosto che color block, pensati per essere abbinati facilmente tra di loro anche tra le diverse stagioni. Non ci saranno il fucsia e il rosa fluo. La prima collezione sarà la spring-summer 2022. Per quanto riguarda invece la distribuzione, piuttosto selettiva, LaMunt sarà disponibile online e in alcuni negozi partner fidati da gennaio 2022. Si rivolgerà inizialmente al mercato italiano, austriaco, tedesco e svizzero, e anche ai paesi nordeuropei. 

 

Dove vi collocate come fascia di prezzo? 

Ci definiamo un marchio premium per la cura del dettaglio, soluzioni nuove di design e la versatilità dei capi, ma soprattutto per la scelta di materiali di qualità e sostenibili.

Quanto è importante la sostenibilità per LaMunt? 

È assolutamente fondamentale: è un aspetto che è impossibile tralasciare quando stai progettando nel 2020 un nuovo brand, come nel caso di LaMunt. Crediamo che ogni decisione possa fare la differenza e scegliamo con attenzione i materiali da utilizzare: naturali, come la lana Merino e il Tencel, e riciclati, testati attentamente seguendo i nostri criteri di performance e sostenibilità.  La collezione sarà inoltre totalmente PFC Free.

 

C’era davvero bisogno di questo nuovo brand? Perché non avete investito sulle donne con i cinque marchi già di proprietà del Gruppo? 

Come Gruppo crediamo da sempre che è compito di ogni marchio rivolgersi ad un consumatore specifico. Tutti i nostri brand si rivolgono alla montagna ma ognuno ha un mindset unico, una propria identità, con un target specifico. È così anche per LaMunt. 

 

State già pensando a sviluppi futuri del marchio? LaMunt rimarrà un brand solo di abbigliamento? 

Proprio di recente abbiamo fatto il primo briefing sulla collezione invernale che ci ha fatto molto riflettere. Nella prima collezione estiva ci sono già alcuni accessori, ma per l’inverno vorremmo approfondire lo sviluppo di guanti, calze, cappelli: elementi che ti permettono di completare il look e renderlo più personalizzato. Ci piacerebbe pensare anche ad accessori che possano essere integrati nei capi. Al di fuori dell’abbigliamento e degli accessori credo che il mondo degli zaini e delle borse potrebbe essere un settore dove esiste del potenziale anche se al momento non c’è ancora niente di concreto. Vedremo come andranno le cose, abbiamo già una bella sfida davanti.  

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