Test: adidas Terrex Agravic Flow 2.0

Nata per terreni tecnici

Con la nuova serie Terrex, negli ultimi due anni, adidas è entrata nel settore trail forte di materiali di alta qualità, a partire dall’ottima mescola Continental, e di un design moderno. Agravic Flow ha un peso relativamente contenuto, di 320 grammi nella versione da uomo e 280 in quella da donna, compensato da una suola molto leggera in Lightstrike, una schiuma molto presente nella nuova linea Agravic, caratteristica per la sua risposta elastica e leggerezza, a scapito della capacità di ammortizzazione. La struttura della tomaia è molto leggera e leggermente più elasticizzata e strutturata rispetto al mesh usato su modelli come Speed Ultra, rinforzato qui dagli stampi in TPU su Toe Box e mesopiede. La calzata risulta molto precisa e fasciante su tutto il piede, grazie a una scarsa flessione e torsione della mescola della suola. La suola in gomma Continental lavora benissimo in ogni situazione senza perdere in durabilità, e restando una delle mescole con migliore rapporto tenuta-durata sul mercato. L’allacciatura è tradizionale, la linguetta abbastanza sottile da non appesantire la scarpa, concept che si ritrova anche nel disegno del tallone, mediamente strutturato. Ci è piaciuta su tutti i terreni, preferibilmente tecnici in cui è richiesta rigidità alla suola e tenuta su roccia. È una scarpa adatta a corridori con una buona biomeccanica di corsa, in grado di sfruttare le capacità propulsive del Lightstrike e di tenerle ai piedi per tante ore.

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